Il volo Air France 358 era un volo proveniente da Parigi e diretto a Toronto. Il 2 agosto 2005, poco dopo l'atterraggio all'aeroporto di Toronto alle 04:01 EDT l'aereo si schiantò vicino a Etobicoke Creek a circa 300 metri dalla fine della pista. Tutti i 309 passeggeri e l'equipaggio dell'Airbus A340 sopravvissero.
Volo Air France 358 | |
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Tipo di evento | Incidente |
Data | 2 agosto 2005 |
Tipo | Uscita di pista a causa delle pessime condizioni meteorologiche; errore del pilota |
Luogo | Aeroporto Internazionale di Toronto-Pearson |
Stato | ![]() |
Coordinate | 43°39′23″N 79°37′29″W |
Numero di volo | AFR358 |
Tipo di aeromobile | Airbus A340-313 |
Operatore | Air France |
Numero di registrazione | F-GLZQ |
Partenza | Aeroporto di Parigi-Roissy, Parigi, Francia |
Destinazione | Aeroporto Internazionale di Toronto-Pearson, Toronto, Canada |
Occupanti | 309 |
Passeggeri | 297 |
Equipaggio | 12 |
Vittime | 0 |
Feriti | 47 |
Sopravvissuti | 309 |
Mappa di localizzazione | |
Dati estratti da Aviation Safety Network[1] | |
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L'incidente del volo Air France 358 è stata la più grande situazione critica che ha colpito l'aeroporto di Toronto-Pearson;[1] questo evento sottolineò il ruolo svolto dagli assistenti di volo, che risultarono estremamente qualificati durante la situazione di emergenza.[1][2]
L'aereo del volo 358 era un Airbus A340-313E spinto da 4 motori CFM56, con numero di serie 289 e registrato come F-GLZQ[3], consegnato ad Air France il 3 agosto 1999. Erano imbarcati 297 passeggeri e 12 membri dell'equipaggio. Il velivolo era comandato dal capitano Alein Rosaye e il primo ufficiale Frédéric Naud; entrambi i piloti erano molto esperti, con 12.411 ore di volo per Rosaye e 4.834 ore di volo per Naud.[4][5]
A causa del maltempo, 540 voli in partenza ed arrivo dall'aeroporto di Toronto-Pearson furono dirottati quel giorno. Molti aerei di medie o piccole dimensioni vennero mandati verso altri aeroporti canadesi mentre la maggior parte degli aerei di linea fu dirottata a Montréal, Syracuse, New York e Buffalo.
Tra i 297 passeggeri a bordo (di cui 168 uomini, 118 donne, 8 bambini e 3 neonati), erano presenti tre persone su sedia a rotelle e uno non vedente.
La fase di avvicinamento alla pista fu caratterizzata da condizioni meteorologiche avverse, con venti forti e temporali localizzati vicino all'aeroporto. L'aereo fu autorizzato all'atterraggio alle 16:04 EDT sulla pista 24L, lunga 9.000 piedi (2,700 metri), la più corta dell'aeroporto. Alle 20:03 UTC il velivolo atterrò a circa metà pista e alcuni passeggeri riferirono che il velivolo iniziò a dondolare, probabilmente a causa delle forti raffiche di vento.
I piloti non riuscirono a fermare l'aereo che prosegui la sua corsa per 300 metri dopo la fine dell'asfalto, quando impattò contro una piccola gravina del fiume Etobicoke Creek.
Dopo che l'aereo si fermò fu dato l'ordine di evacuazione e improvvisamente divampò un incendio; le due uscite posteriori di sinistra rimasero chiuse a causa del fuoco, e un certo numero di passeggeri fu costretto a saltare giù dall'aereo per uscire. Le azioni degli assistenti di volo si rivelarono fondamentali e permisero a tutti i passeggeri di evacuare il velivolo in soli 90 secondi; il Primo Ufficiale fu l'ultimo a lasciare l'aereo. Le squadre di emergenza arrivarono sul luogo dell'incidente in 52 secondi e il rapporto ufficiale affermò che "il primo veicolo di emergenza è arrivato entro un minuto dal segnale di allarme".
L'incidente causò la cancellazione di centinaia di voli con effetti a catena per tutto il sistema del traffico aereo nordamericano, generando inoltre disagi alla circolazione dell'autostrada 401, situata vicino alla pista. La polizia locale trovò il primo ufficiale e i passeggeri lungo l'autostrada 401 e alcuni automobilisti aiutarono i sopravvissuti portandoli in ospedale o all'aeroporto. Il fuoco divampò per due ore e terminò di bruciare alle ore 18:00.
Nel 1978 anche l'Air Canada 189 era scivolato nel Etobicoke Creek, il luogo dello schianto del AF358, causando due morti. Questo fu il primo incidente di un A340 da 14 anni. Il velivolo coinvolto era in servizio dal 1999 e aveva ultimato il suo ultimo controllo di manutenzione in Francia il 5 luglio 2005. Aveva fatto 3.711 voli volando per 28.426 ore.
Un passeggero scattò 4 fotografie durante l'evacuazione che poi inviò ai media. Mark Rosenker, presidente dell'NTSB, criticò l'operato del passeggero, definendo il comportamento irresponsabile.
Al momento dell'incidente venne rilasciato un METAR che affermava che le condizioni meteorologiche alle 20:34 UTC (16:04 EDT) comprendevano venti da 340 gradi a 24 nodi (44 km/h), con raffiche fino a 33 nodi (61 km/h), e una visibilità di 2,0 km. Il cielo era coperto a 4.500 piedi (1.400 metri) con cumuli. La temperatura era 23 °C (73 °F). La CBC canadese riferì che l'incidente avvenne dopo che l'aeroporto fu chiuso per maltempo e gli aerei non potevano atterrare se non erano in coda. La visibilità al momento dell'incidente si era ulteriormente ridotta. Un avvertimento per un forte temporale era in vigore dalle 11:30, perciò tutti i decolli erano stati annullati ma gli atterraggi erano ancora consentiti.
Le scatole nere vennero inviate in Francia per le analisi. I risultati preliminari indicarono che l'aereo era atterrato a 1220 m dopo l'inizio della pista (la lunghezza della pista è 2 743 metri) ad una velocità di 148 nodi (274 km/h; 170 mph). Con vento in coda, toccò la pista viaggiando a 70 nodi (130 km/h; 81 mph) quando oltrepassò la pista e finì nella gravina.
Réal Lavasseur Shedalin affermò che l'aereo era atterrato troppo lontano dall'inizio della pista per potersi fermare sul fondo bagnato della pista. Gli investigatori non hanno trovato nessun guasto ai motori, freni, spoiler o agli inversori di spinta (questi ultimi vennero però azionati troppo tardi, quando l'aereo era già fuori pista)
La TSB canadese (Transport Saferty Board) affermò che durante l'avvicinamento finale l'aereo fu investito da una pioggia pesante e che la visibilità diminuì notevolmente. L'aereo potrebbe essere stato colpito da un downburst, cosa che avrebbe allungato la sua corsa di atterraggio. Mentre in condizioni di asciutto l'aereo avrebbe potuto fermarsi in 1155 m (3789 piedi), le condizioni di pioggia sulla pista (al momento dell'atterraggio era presente uno strato d'acqua di 6,3 mm) causarono un aumento dello spazio di frenata, aggravato da vento in coda di 5 nodi; atterrando a 1220 metri dall'inizio della pista, lo spazio rimanente non fu sufficiente per garantire l'arresto dell'AF358.
Altre irregolarità rilevate furono:
Il TSB incluse nella relazione finale i seguenti punti[6]:
Jean Lapierre, il ministro dei trasporti canadese, ha definito il volo 358 come un "miracolo" poiché tutti i passeggeri sono sopravvissuti. Altre fonti di stampa hanno definito l'incidente come "Miracolo a Toronto", "Il miracolo di Toronto" e "Il miracolo della pista 24L".
L'incidente del volo 358 della Air France è stato analizzato nell'episodio Vivi per miracolo della quarta stagione del documentario Indagini ad alta quota trasmesso da National Geographic Channel.
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