Il XLIV Gruppo era un gruppo di volo della Regia Aeronautica, attivo nel 14º Stormo.
XLIV Gruppo | |
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Descrizione generale | |
Attiva | 15 gennaio 1927 |
Nazione | ![]() |
Servizio | ![]() |
Tipo | Gruppo di volo |
campo volo | Aeroporto di Ferrara-San Luca Aeroporto di Poggio Renatico Otumlo (Massaua) Aeroporto di Macallè El-Adem (poi Base aerea Gamal Abd el-Nasser) Aeroporto di Dire Dawa |
Battaglie/guerre | Guerra d'Etiopia Seconda guerra mondiale |
Parte di | |
14º Stormo | |
Reparti dipendenti | |
6ª Squadriglia 7ª Squadriglia | |
Comandanti | |
Degni di nota | Tenente Colonnello Antonio Amantea |
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Il XLIV Gruppo Bombardieri Diurno della Regia Aeronautica (2ª Squadriglia, 6ª Squadriglia e 7ª Squadriglia e dal 1º luglio 1928 22ª Squadriglia su Fiat B.R.1) il 15 gennaio 1927 era nell'14º Stormo da Bombardamento Misto dell'Aeroporto di Ferrara-San Luca. Il 10 maggio 1929 il 44º Gruppo va all'Aeroporto di Poggio Renatico sui Fiat B.R.2 ed al 1º giugno 1931 dispone della 6ª e 7ª Squadriglia. Nell'anno il 44° transita su 22 Fiat B.R.3 ed il 25 novembre 1934 il reparto va a Gorizia.
XLIV Gruppo aeroplani BD nasce il 1º dicembre 1935 inquadrato nel Comando del 14º Stormo sull'Aeroporto di Ciampino Sud nell'ambito della Guerra d'Etiopia. Il personale dipendente del reparto arriva a Massaua tra il 14 e il 20 dicembre, gli aerei tra il 22 e il 29 del mese. Il reparto prende stanza all’aeroporto di Otumlo (Massaua) con i seguenti reparti:
Al 15 gennaio 1936 il Gruppo comandato dal Tenente Colonnello Antonio Amantea è all'Aeroporto di Macallè.[2]
Il 26 giugno 1936 decollarono dall'Aeroporto di Addis Abeba-Bole con il generale Vincenzo Magliocco che comandava una squadriglia formata da due bombardieri Ca.133 del XLIV Gruppo[3] e un ricognitore Ro.1,[3] avente rotta per Lekempti con il compito di contattare alcuni capi locali e di assicurarne la fedeltà alla Corona italiana.[3] Il primo velivolo era pilotato personalmente da lui, mentre il secondo era al comando di Antonio Locatelli.[3] Una volta atterrati sul campo di Bonaia[3] i tre equipaggi organizzarono un accampamento di fortuna intorno ai velivoli, ma la notte del 27 vennero assaliti da un gruppo di arbegnuoc, i guerriglieri etiopi, guidati da Keflè Nasibù e Belai Haileab[4]. Tutti i membri della spedizione, tranne il tenente cappellano Marco Borello,[5] il 1º aviere Alberto Agostini e i due interpreti indigeni,[6] rimasero uccisi e i tre aerei incendiati. L'aviere Alberto Agostini fu ucciso successivamente in un nuovo scontro con gli etiopi.[7]
I resti dei tre aerei furono avvistati da un velivolo italiano IMAM Ro.37 della 110ª Squadriglia, con a bordo il fotografo Baccari pilotato dal capitano Mario Bonzano[7] il giorno successivo. Il relitto di uno dei due Ca.133 fu trasformato successivamente in un monumento ai caduti.[8] Per onorarne il coraggio dei membri della missione fu decretata per tutti la concessione della Medaglia d'oro al valor militare alla memoria.
Nell'Aeronautica della Libia - Est al 10 giugno 1940 il 44º Gruppo Bombardieri volava sui Savoia-Marchetti S.M.81 su El-Adem (poi Base aerea Gamal Abd el-Nasser) nel 14º Stormo Bombardieri.
Nell'Aeronautica dell'Africa Orientale al 10 giugno 1940 il 44º Gruppo Bombardieri Bis era con la 6ª e la 7ª Squadriglia con 6 Savoia-Marchetti S.M.79 ognuna all'Aeroporto di Dire Dawa per il Settore Ovest di Addis Abeba.
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