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Il CMASA BGA (Bombardiere di Grande Autonomia) fu un bombardiere bimotore, monoplano ad ala bassa sviluppato dall'azienda aeronautica italiana Costruzioni Meccaniche Aeronautiche (CMASA) nei tardi anni trenta e rimasto allo stadio di prototipo.

CMASA BGA
Il CMASA BGA a Guidonia
Descrizione
Tipobombardiere medio
Equipaggio4
ProgettistaAldo Guglielmetti
Costruttore CMASA
Data primo volo19 Aprile 1938
Esemplari1
Dimensioni e pesi
Lunghezza15,73 m
Apertura alare21,46 m
Altezza4,85 m
Superficie alare74,13 m²
Peso a vuoto6 100 kg
Peso max al decollo9 380 kg
Propulsione
Motore2 radiali Fiat A.80 RC.41
Potenza1 000 CV (735,5 kW) ciascuno
Prestazioni
Velocità max405 km/h a 4 000 m
Velocità di crociera310 km/h
Autonomia2 000 km
Tangenza8 500 m
Armamento
Mitragliatrici1 Breda-SAFAT 12,7 mm (torretta dorsale M-I)
1 Breda-SAFAT 7,7 mm (postazione ventrale)
1 Breda-SAFAT 7,7 mm (postazione anteriore)
Bombefino a 1 600 kg

i dati sono estratti da Dimensione Cielo 4: Bombardieri[1]

voci di aerei militari presenti su Wikipedia
Il CMASA BGA trequarti anteriore
Il CMASA BGA trequarti anteriore
Il CMASA BGA tre quarti posteriore
Il CMASA BGA tre quarti posteriore

Realizzato negli stabilimenti di Marina di Pisa per rispondere ad una specifica emessa dalla forza aerea italiana dell'epoca, a una valutazione comparativa non fu in grado di esprimere prestazioni soddisfacenti ed il suo sviluppo venne interrotto.[2]


Storia del progetto


In risposta ad un bando del 1934 della Regia Aeronautica che chiedeva ai produttori aeronautici italiani un nuovo bombardiere terrestre medio, con le seguenti specifiche:

Le aziende che risposero al bando furono:

In generale tutti i velivoli, più veloci di quanto richiesto, avevano raggio d'azione e caratteristiche generali di volo insufficienti.

La Fiat per migliorare le possibilità di vittoria propose due progetti: il Fiat BR.20, che vinse, e il CMSA BGA. Quest'ultimo era costruito nella filiale di Marina di Pisa della CMASA; entrambi i velivoli erano motorizzati con il Fiat A.80 RC.41.

Il CMASA BGA venne valutato a Guidonia il 19 aprile 1938, con la matricola militare MM295, ma non venne scelto per le non eccellenti caratteristiche di volo.[3]


Tecnica



Cellula


Interamente costruito in metallo, aveva una fusoliera di forma ellittica e una struttura in due parti collegate. La parte anteriore era una monoscocca interamente in metallo rivestita in duralluminio, mentre la posteriore aveva un telaio con tubi saldati in acciaio e ricoperti da tela. La parte inferiore della fusoliera anteriore era completamente vetrata per migliorare la visibilità. La cabina di guida si trovava sopra l'altezza dell'ala, mentre sotto l'altezza dell'ala si trovava il vano delle bombe. Aveva le ali costruite interamente in metallo .

L'impennaggio era del tipo bideriva. Il carrello d'atterraggio era di tipo triciclo retrattile posteriore con pattino non retrattile, il carrello veniva accolto in alloggiamenti delle gondole motore.


Motore


Montava due motori radiali Fiat A.80 RC.41 con eliche a passo variabile a tre pale di costruzione FIAT, su licenza della società americana Hamilton.


Armamento


Aveva tre postazioni per le mitragliatrici Breda-SAFAT 7,7 mm. La prima posta dietro la cabina di pilotaggio dorsalmente, la seconda sotto la prima ventralmente e la terza anteriormente in linea con quella dorsale.


Note


  1. Brotzu, Caso e Cosolo 1972, p. 75.
  2. (RU) Средний бомбардировщик CMASA BGA. Hampden по-итальянски, su alternathistory.org.ua. URL consultato il 1º agosto 2015 (archiviato dall'url originale il 10 luglio 2014).
  3. (RU) FIAT/CMASA BGA, su aviadejavu.ru.

Bibliografia


Portale Aviazione
Portale Guerra



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