L'incidente aereo al Grattacielo Pirelli si verificò a Milano il 18 aprile 2002, quando un piccolo aereo da turismo si schiantò contro il Grattacielo Pirelli, causando 3 morti e 60 feriti.
Incidente aereo al Grattacielo Pirelli | |
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Tipo di evento | Incidente |
Data | 18 aprile 2002 |
Tipo | Impatto aereo contro edificio per errore del pilota |
Luogo | Grattacielo Pirelli, Milano |
Stato | ![]() |
Coordinate | 45°29′05″N 9°12′05″E |
Tipo di aeromobile | Rockwell Commander 112TC |
Operatore | Privato |
Numero di registrazione | HB-NCX |
Partenza | Aeroporto di Magadino, Locarno, Svizzera |
Destinazione | Aeroporto di Linate, Milano, Italia |
Occupanti | 1 |
Passeggeri | 0 |
Equipaggio | 1 |
Vittime | 1 |
Feriti | 0 |
Sopravvissuti | 0 |
Altri coinvolti | |
Feriti | 60 |
Vittime | 2 |
Mappa di localizzazione | |
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Luigi Marco Fasulo era nato a Prata di Principato Ultra (Avellino) il 27 marzo 1935; all'età di circa 10 anni si era trasferito con la famiglia in Val d'Intelvi (provincia di Como), dove aveva terminato la scuola dell'obbligo in collegio, e successivamente in Svizzera, stabilendosi nel comune ticinese di Pregassona[1][2][3][4].
In terra elvetica aveva conosciuto la moglie Filomena, da cui aveva avuto due figli, Marco e Giorgio, e svolto varie professioni: riparatore di elettrodomestici, noleggiatore di flipper e juke-box, barista, venditore di aerei, piccolo finanziere e promotore d'acquisto di opere d'arte: quest'ultima attività gli era costata, attorno al 1993 e nel 1997, due denunce in Italia per contrabbando di oggetti preziosi[5], mentre nel marzo del 2002 aveva a sua volta denunciato alle autorità di essere stato raggirato da un socio (a sua insaputa membro di una gang internazionale di truffatori), al quale aveva affidato la somma di 1,8 miliardi di lire italiane con la garanzia di un raddoppio dell’ammontare entro un anno, ricevendo però indietro sole 400 000 lire[1][2][3][4]. Nello stesso periodo aveva anche denunciato la sparizione di 140 000 euro da un proprio conto corrente[6].
Nel 1980 aveva conseguito il brevetto di pilota privato per piccoli aerei da turismo; al 2002, all'età di 67 anni, aveva accumulato circa 5000 ore di volo. L'attività aeronautica, da semplice hobby, era progressivamente divenuta per lui una fonte di reddito: dapprima accanto alle proprie attività imprenditoriali, poi in via prioritaria dopo il pensionamento, Fasulo aveva infatti iniziato a trasportare merci e persone verso varie destinazioni europee, fondando allo scopo una piccola impresa di aero-noleggio, chiamata Playmatic Aviation[1][2][3][4].
Fasulo era quindi un pilota con una discreta esperienza e di buona competenza, ma con un'indole spericolata e incline all'azzardo: aveva infatti all'attivo alcuni atterraggi di fortuna (su terreni non preparati o in condizioni climatiche avverse) e alcuni piccoli incidenti, ad esempio un touchdown troppo affrettato all'aeroporto di Zurigo che aveva causato danni alle luci di pista. Stando alle testimonianze dei conoscenti, in più occasioni aveva inoltre rischiato di esaurire il carburante (di cui si riforniva regolarmente all'estero, per eludere la tassazione) durante i propri voli, motivo per cui gli erano stati affibbiati i soprannomi di cowboy pilot e fuel short[1][2][3][4]. D'altra parte, alcuni piloti ne lodavano la capacità di padroneggiare con perizia e sicurezza le situazioni più critiche[7].
Alle ore 17:15 CEST (corrispondenti alle 15:15 UTC, orario standard della navigazione aerea, chiamato in gergo aeronautico Zulu) del 18 aprile 2002, Fasulo decollò dalla pista 26 dell'aeroporto di Locarno-Magadino, in territorio elvetico, ai comandi di un apparecchio monomotore Rockwell Commander 112TC immatricolato con la sigla HB-NCX, effettuando correttamente le comunicazioni necessarie con la torre di controllo locale.
[15.10.22] HB-NCX:[8]
[15.10.32] Locarno AFIS (134.82 Mhz):
[omissis] [15.10.50] HB-NCX:
[15.10.59] Locarno AFIS (134.82 Mhz):
[omissis] [15.15.03] HB-NCX:
|
Secondo il piano di volo presentato all'atto della partenza, la destinazione del viaggio era l'aeroporto di Milano-Linate, in territorio italiano, allo scopo dichiarato di effettuare rifornimento di carburante a prezzo agevolato per un successivo volo, con ritorno previsto all'aeroporto di Lugano-Agno alle ore 18:15 CEST. Per coprire tale tragitto era possibile scegliere tra due rotte: la prima prevedeva il passaggio sopra la trasmittente VOR di Saronno (SRN), la torre Telecom Italia di Rozzano e infine il quartiere milanese di Rogoredo, la seconda passava sopra il Lago Maggiore, quindi sopra Varese e infine sorvolava Milano. Fasulo optò per la prima soluzione.
Per circa 20 minuti il volo si svolse regolarmente. Alle 17:19 CEST, mentre sorvolava il monte Ceneri, Fasulo contattò con tono informale la torre di controllo di Lugano-Agno, di cui conosceva personalmente l'operatore (che lo chiamò con il soprannome "Gino"), chiedendo informazioni sull'orario limite per atterrare alla sera e ribadendo l'intenzione di atterrare in Svizzera alle 18:15 CEST. A decorrere da questo momento, le comunicazioni alla radio vennero condotte in italiano.
[15.19.20] HB-NCX:[8]
Lugano TWR (120.25 Mhz):
[omissis] HB-NCX:
Lugano TWR (120.25 Mhz):
HB-NCX:
|
Alle 17:25, superando Capolago, il pilota passò sulla frequenza di Milano Informazioni, comunicando la propria direzione e gli orari stimati del passaggio sull'impianto VOR di Saronno e del sorvolo di Rozzano, coincidente col cosiddetto Cancello Ovest dello spazio aereo milanese. In tale frangente egli fornì orari lievemente ribassati rispetto alla realtà, volendo acquisire priorità nelle manovre di atterraggio; nel mentre infatti erano in avvicinamento all'aeroporto (tra gli altri) un Piper Seneca V con marche I-MLVS e un SIAI-Marchetti SF-260 immatricolato I-ISAL.
[15.26.04] HB-NCX:[8]
Milano Informazioni (124.92 Mhz):
HB-NCX:
Milano Informazioni (124.92 Mhz):
HB-NCX:
Milano Informazioni (124.92 Mhz):
HB-NCX:
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Alle 17:33 CEST il pilota svizzero segnalò il passaggio di SRN e sei minuti dopo, con due minuti di anticipo rispetto a quanto preannunciato a Milano Informazioni, riferì di essere arrivato al Cancello Ovest. In questo frangente, come notato dagli inquirenti, le comunicazioni iniziarono a diventare imprecise e a non seguire più gli standard, ad indicare che probabilmente Fasulo non aveva molta dimestichezza con la rotta che stava seguendo.
[15.33.02] HB-NCX:[8]
[omissis] [15.33.20] Milano Informazioni (124.92 Mhz):
HB-NCX:
Milano Informazioni (124.92 Mhz):
[omissis] [15.39.21] HB-NCX:
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Alle 17:39 CEST Fasulo si mise in contatto con l'ATC di Linate, annunciando di trovarsi al Cancello Ovest e chiedendo istruzioni. La torre lo istruì ad immettersi nella zona di controllo dell'aeroporto (ATZ) e gli domandò se stesse conducendo un apparecchio ad ala fissa o un elicottero. Il pilota però non colse l'ultimo quesito e chiese direttamente di poter atterrare sulla pista 36L, di norma riservata all'aviazione generale (sulla quale aveva probabilmente esperienza pregressa).
[15.39.31] HB-NCX:[8]
[omissis] [15.39.50] Linate Torre (118.1 Mhz):
[15.39.56] HB-NCX:
[15.40.04] Linate Torre (118.1 Mhz):
[15.40.15] HB-NCX:
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Il controllore allora ripeté la domanda per due volte (in quanto, dopo la prima ripetizione, Fasulo non l'aveva ancora compresa); avuta conferma che il mezzo in avvicinamento era un aeroplano, comunicò a Fasulo l'indisponibilità della pista turistica per il traffico ad ala fissa (quel giorno potevano infatti operarvi solo elicotteri). Gli diede pertanto le istruzioni sommarie di avvicinamento alla pista 36R, la principale dell'aeroporto Forlanini.
[15.40.19] Linate Torre (118.1 Mhz):[8]
[15.40.23] HB-NCX:
[15.40.26] Linate Torre (118.1 Mhz):
[15.40.28] HB-NCX:
[15.40.32] Linate Torre (118.1 Mhz):
[15.40.43] HB-NCX:
[15.40.52] Linate Torre (118.1 Mhz):
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Come riportato nel rapporto degli inquirenti, la manovra di avvicinamento alla pista 36R di Linate, secondo quanto stabilito nell’Aeronautical Information Publication per l'Italia, deve avvenire "sempre a est della pista"; per "base" si intende il segmento perpendicolare all’orientamento della pista in oggetto dal quale un aereo possa, virando di 90°, allinearsi per il touchdown. Il Commander elvetico avrebbe quindi dovuto effettuare una base con virata a destra. Il controllore TWR (impegnato a gestire un traffico in arrivo e partenza piuttosto sostenuto) fu però molto sbrigativo e non indicò al pilota il senso della virata, dando per scontato che Fasulo avrebbe capito autonomamente quale fosse la manovra da eseguire.
Il pilota elvetico, però, probabilmente poco avvezzo ad operare su questa pista (e confuso per via della ridotta attività di volo nei precedenti tre mesi), non seguì il percorso corretto di allineamento e, pur avendo ripetuto correttamente le istruzioni, mantenne la propria prua senza particolari correzioni, verosimilmente mettendosi alla ricerca di qualche punto di riferimento per portare a buon fine l'avvicinamento.
Alle 17:42 CEST la torre notò che il Commander stava andando "lungo" rispetto alla pista 36R e stava volando verso l'anello ATA (una rotta di attesa di forma ellittica che si sviluppa lungo la periferia di Milano), riducendo peraltro la propria velocità: il controllore chiamò pertanto l'aereo svizzero e gli chiese se intendesse approcciare la pista sottovento. Fasulo non diede risposta e la torre, probabilmente interpretando il silenzio come assenso, lo istruì ad approcciare sottovento la pista designata: a quel punto l'HB-NCX comunicò alla torre di aver riscontrato un problema con il carrello. Essendo proibito autorizzare all'atterraggio un aereo con tale avaria (eccetto nel caso in cui esso invii una comunicazione di mayday, che comporta l'attivazione delle procedure d’emergenza), il controllore gli indicò quindi di inserirsi nel già citato anello ATA e di circuitarvi fino ad aver rimediato all'inconveniente.
[15.42.20] Linate Torre (118.1 Mhz):[8]
[15.42.35] HB-NCX:
[15.42.37] Linate Torre (118.1 Mhz):
[15.42.48] HB-NCX:
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Come desumibile dall'evolversi delle comunicazioni alla radio, Fasulo a questo punto rivolse tutte le sue attenzioni alla risoluzione del sopraggiunto problema tecnico: probabilmente consultò il manuale operativo dell'aereo (in inglese Pilot’s Operating Handbook) e, per leggerlo con calma, inserì il pilota automatico, ausilio che però, sul Commander, non può governare completamente l'aereo, ma può gestire solo la prua e l'inclinazione delle ali, mentre il mantenimento della quota è in ogni caso demandato al controllo del pilota.
Alle 17:43 CEST, per motivi non chiariti (uscita dal raggio d'azione o disattivazione del transponder da parte del pilota), l'HB-NCX non venne più rilevato né dal radar primario, né dal secondario operativi a Linate. L'ultima indicazione disponibile lo collocava ad un'altitudine di 1100 piedi con prua a 350° e alla velocità al suolo di 98 nodi.
Messo sotto pressione dalla necessità di risolvere l'avaria al carrello senza violare le indicazioni di rotta, poco dopo Fasulo finì anche per intromettersi nella conversazione tra la torre e un altro aereo in atterraggio a Linate (con sigla I-MLVS), replicando erroneamente a una istruzione data all'altro velivolo e ricevendo una risposta dal tono seccato da parte del pilota di quest'ultimo (che probabilmente non colse la situazione problematica in cui il velivolo svizzero si trovava).
[15.42.58] Linate Torre (118.1 Mhz):[8]
[15.43.08] HB-NCX:
[15.43.12] I-MLVS:
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La torre allora ricontattò Fasulo e gli diede nuove istruzioni, da seguire se il carrello fosse stato riparato; il pilota elvetico ribatté, con voce affannosa, di stare tentando di risolvere il problema.
[15.43.20] Linate Torre (118.1 Mhz):[8]
[15.43.24] HB-NCX:
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Questo fu l'ultimo messaggio trasmesso dal Commander. Il controllore di Linate, dopo averlo udito, alzò lo sguardo fuori dalla finestra della torre e intravide l'HB-NCX che procedeva verso ovest/sud-ovest: ritenendo che stesse correttamente dirigendosi verso l’anello ATA, tornò a comunicare con gli altri aerei in avvicinamento.
Come successivamente riportato da alcuni testimoni a terra, il Commander invece superò l'anello ATA e si diresse verso il centro di Milano, puntando nella direzione della stazione Centrale con una prua approssimativamente di 315°. Confuso e completamente assorbito dal controllo dei vari comandi (spie del carrello, comando manuale di apertura di emergenza, fusibili dell'impianto elettrico), Fasulo non si rese conto di aver commesso un errore fatale e di essere entrato in rotta di collisione con il grattacielo Pirelli. Il sole all'orizzonte basso ed abbagliante probabilmente fu fonte di ulteriore, decisiva confusione.
Sempre secondo testimonianze oculari, a questo punto l'aereo elvetico aveva il carrello correttamente estratto: non essendo mai stato successivamente chiarito se l'avaria fosse stata risolta e/o se nella cabina del velivolo fossero attive o meno le segnalazioni di allarme, venne ipotizzato che Fasulo, forse temendo di essere sottoposto, una volta a terra, a controlli sulle condizioni dell'aereo (che avrebbero potuto evidenziare carenze tecniche tali da causargli sanzioni), oppure ritenendo eccessivo il ritardo accumulato, avesse deciso di annullare l'atterraggio a Milano e riprendere subito il volo verso la Svizzera, senza nemmeno tentare di utilizzare il comando d'estensione d'emergenza, fatto che probabilmente gli avrebbe impedito di ripartire nei tempi previsti dal piano di volo. A supporto di tale ricostruzione vi è il fatto che una prua di 315-320° avrebbe virtualmente consentito all'aereo di ritornare verso il VOR-DME di Saronno e da lì eseguire la rotta d'andata al rovescio.
Alle 17:44 la torre di Linate richiamò l'HB-NCX, senza ottenere risposta: il Commander, complice la distrazione del pilota, stava progressivamente scendendo di quota, passando in pochi minuti da 1100 a 700 piedi (circa 213 m) sul livello del mare, ossia ben più in basso della cima del Grattacielo Pirelli, posta a 794 piedi (242 m) s.l.m.
Giunto ormai a pochi metri dall'edificio, l'aereo (visto sia da terra che da dentro il palazzo nuovamente con il carrello retratto) spinse il motore al massimo e accennò una virata di correzione, ma non poté evitare l'incidente. Alle 17:45 CEST l'HB-NCX impattò contro il 26º piano del grattacielo Pirelli, sprigionando immediatamente un vasto incendio, che venne domato solo dopo alcune ore.[8] I detriti e i rottami si sparsero per un raggio di qualche centinaio di metri intorno al palazzo, sulle strade e gli edifici limitrofi.
Nell'incidente persero la vita, oltre a Luigi Fasulo, che si trovava da solo a bordo dell'aereo, Anna Maria Rapetti e Alessandra Santonocito, due dipendenti della Regione Lombardia (nel 2002 sia la giunta che il consiglio regionale lombardi avevano sede nel Grattacielo Pirelli; dal 2011 esso ospita solo il consiglio regionale, mentre la giunta è stata trasferita a Palazzo Lombardia) che si trovavano al piano dove si schiantò l'aereo. Vi furono inoltre 60 feriti.
Gli inquirenti scartarono rapidamente l'ipotesi dell'attentato, suggerita dalla vicinanza temporale dell'incidente con gli attacchi negli Stati Uniti dell'11 settembre 2001 e con la guerra in Afghanistan; tale idea fu avallata "a caldo" dal Presidente del Senato Marcello Pera e dal vicepresidente del consiglio regionale della Lombardia Pier Gianni Prosperini[9], per poi essere smentita dal Ministro dell'Interno Claudio Scajola.
In un primo momento vennero formulate alcune congetture, tra le quali il suicidio (ipotesi legata alle difficoltà economiche e legali di Fasulo, da tempo dedito a operazioni finanziarie poco trasparenti, e sostenuta da uno dei figli del pilota, anch'esso aviatore[4]), l'errore umano (a Fasulo era già accaduto di commettere errori che erano sfociati in incidenti aerei di piccola entità) o il grave guasto tecnico.
A fine 2002, nella relazione d'inchiesta riguardo all'incidente, l'ANSV (Agenzia Nazionale per la Sicurezza al Volo) chiarì che la causa probabile fosse da ricercare nell'incapacità del pilota di gestire in maniera adeguata la condotta della fase finale del volo in presenza di problematiche tecnico-operative e ambientali.[8]
Al 26º piano del Grattacielo Pirelli, restaurato e risanato, è stato allestito un memoriale in ricordo delle vittime.[10]
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