Il 4 gennaio 2008 un volo di linea della Transaven tra gli aeroporti di Caracas e di Los Roques si inabissò nelle acque dell'oceano atlantico, causando la morte delle quattordici persone a bordo, i due piloti venezuelani e i dodici passeggeri, otto dei quali erano italiani, tre venezuelani e uno svizzero.[1][2]
Incidente aereo di Los Roques | |
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Tipo di evento | Incidente |
Data | 4 gennaio 2008 |
Tipo | Ammaraggio; sotto investigazione |
Luogo | Mar dei Caraibi, 20 km a sud dell'Aeroporto di Los Roques |
Stato | ![]() |
Coordinate | 11°20′N 66°47′W |
Tipo di aeromobile | Let L-410UVP-E3 |
Operatore | Transaven |
Numero di registrazione | YV2081 |
Partenza | Aeroporto Internazionale Simón Bolívar, Caracas, Venezuela |
Destinazione | Aeroporto di Los Roques, Venezuela |
Occupanti | 14 |
Passeggeri | 12 |
Equipaggio | 2 |
Vittime | 14 |
Feriti | 0 |
Sopravvissuti | 0 |
Mappa di localizzazione | |
Dati estratti da Aviation Safety Network[1] | |
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Il velivolo, un bimotore turboelica Let L 410, decollò alle 9:13 dall'Aeroporto Internazionale Simón Bolívar di Caracas con destinazione l'Aeroporto di Los Roques, situato nell'omonimo arcipelago. Il tempo di percorrenza di tale rotta è di 32 minuti, ben al di sotto dell'autonomia del Let L-410 pari a 2 ore e 30 minuti di volo. Alle 9:23 il pilota si mise in contatto con la torre di controllo di Maiquetia notificando posizione (45 nm di distanza, circa 83 km) e quota (7.500 ft, circa 2500 m); dopo ciò cambiò la frequenza della radio per sintonizzarsi con quella della torre di controllo di Los Roques. Alle ore 9:38, dopo 25 minuti di volo e circa 160 km percorsi, il pilota informò la torre di controllo di Los Roques di avere problemi ad entrambi i motori e, trovandosi a 16 miglia dalla costa, di voler tentare un ammaraggio.[2] In seguito non ci fu più nessun contatto radio e l'aereo scomparve dai radar.
Sul luogo del presunto punto di ammaraggio intervenne tempestivamente un altro Let L 410 che stava percorrendo la stessa rotta. Giunto sul luogo, il secondo velivolo non trovò alcuna traccia rilevante se non una macchia di liquido in superficie, probabilmente olio o combustibile, che in poco tempo si dissolse nell'acqua. Dalle isole partirono diversi mezzi di volontari e della protezione civile che perlustrarono la zona del disastro, senza però trovare tracce.[3]
Il 12 gennaio, 12 km al largo delle coste del Venezuela, alcuni pescatori ritrovarono il corpo di un uomo. Secondo la protezione civile, la zona del ritrovamento rientrava nell'area in cui era più probabile che l'aereo si fosse inabissato;[4] dopo aver eseguito l'autopsia, i medici determinarono che era il cadavere del copilota, il trentasettenne Osmel Alfredo Avila Otamendi.[5]
Nell'aprile del 2008 una nave della marina venezuelana, utilizzando un sonar, riuscì ad individuare il relitto di un aereo posto a circa 300 metri di profondità, ma secondo gli esperti non potevano essere i resti del Let 410, opinioni confermate mesi dopo quando i rottami furono recuperati.[6]
Da allora tutte le ricerche vennero sospese.
Il 20 giugno 2013, i giornali italiani riportano l'annuncio del ritrovamento del bimotore da parte di una nave oceanografica americana a 9 km da Los Roques e a 970 metri di profondità.[7]
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