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The Day the Music Died (traducibile in lingua italiana come Il giorno in cui la musica morì), talvolta indicata anche come The Day Rock Died: Il giorno in cui il rock morì, è la locuzione convenzionale con cui viene ricordato un disastro aereo accaduto nello Iowa (USA) il 3 febbraio 1959.

The Day the Music Died
Memoriale sul luogo dell'incidente.
Tipo di eventoIncidente
Data3 febbraio 1959
TipoVolo controllato contro il suolo causato da errore del pilota dovuto probabilmente a maltempo
LuogoMason City, Iowa
Stato Stati Uniti
Coordinate43°13′12″N 93°23′00″W
Tipo di aeromobileBeechcraft Bonanza
OperatoreDwyer Flying Service in Mason City, Iowa
Numero di registrazioneN-3794N
PartenzaAeroporto di Mason City
DestinazioneMoorhead, Minnesota (Stati Uniti)
Occupanti4
Passeggeri3
Equipaggio1
Vittime4
Feriti0
Sopravvissuti0
Mappa di localizzazione
voci di incidenti aerei presenti su Wikipedia

In quel giorno persero la vita tre popolari musicisti, ancor giovani ma già icone del rock and roll: Buddy Holly, The Big Bopper e Ritchie Valens.[1] La locuzione è ricavata dai versi di una canzone scritta anni dopo, nel 1970, dal cantautore Don McLean, intitolata American Pie.[2]

(EN)

«I can't remember if I cried
when I read about his widowed bride,
but something touched me deep inside
the day the music died.»

(IT)

«Non ricordo se piansi
quando lessi della sua sposa diventata vedova,
ma qualcosa mi colpì profondamente
il giorno in cui la musica morì.»

(Don McLean, American Pie)

Storia


All'una di notte del 3 febbraio 1959 il piccolo charter con a bordo i tre musicisti partì dall'aeroporto di Mason City nonostante il maltempo. Il Beechcraft Bonanza era pilotato dal giovane e inesperto[3] Roger Peterson, che volle decollare nonostante le cattive condizioni meteorologiche[3] (la zona era interessata da nevicate). Solo cinque minuti dopo, il proprietario del Dwyer Flying Service vide il velivolo iniziare a scendere a terra in maniera anomala[4]. L'aereo perse quota all'improvviso, probabilmente per un disorientamento del pilota, andandosi a schiantare in una piantagione di granturco poco fuori Mason City, la località da cui era decollato, otto miglia a nord di Clear Lake, nello Iowa.

Nell'impatto, il pilota e i tre passeggeri persero la vita. I tre musicisti, impegnati in una lunga tournée nel Midwest, si erano esibiti quella sera alla Surf Ballroom di Clear Lake e si erano rimessi subito in viaggio. La sera dopo avrebbero dovuto tenere un altro spettacolo nel Nord Dakota.

Il 16 settembre 2003, sul luogo in cui avvenne l'incidente è stato inaugurato un monumento a ricordo dell'evento.


Eventi precedenti il disastro


Il Winter Dance Party dell'inverno 1959 era un tour di più gruppi musicali e cantanti solisti che prevedeva una serie di concerti da tenersi nell'arco di tre settimane, dal 23 gennaio al 15 febbraio, in ventiquattro città. I problemi logistici che si presentarono agli organizzatori a causa delle distanze fra una località e l'altra furono notevoli. Inoltre, subito dopo la partenza della tournée, si scoprì che il pullman adibito al trasporto di musicisti e attrezzature non era equipaggiato per affrontare viaggi in condizioni rese difficoltose dalla neve e, in generale, dal maltempo invernale. Il batterista del gruppo di Holly, Carl Bunch, dovette ricorrere alle cure dei medici per un principio di congelamento agli arti inferiori[5].


Buddy Holly


Lo stesso argomento in dettaglio: Buddy Holly.

La Surf Ballroom di Clear Lake, nello Iowa, non doveva essere una data del tour ma gli organizzatori, per occupare una serata rimasta scoperta, chiamarono Carroll Anderson, manager della Surf Ballroom proponendo lo spettacolo. Questi accettò e fu fissata la data del 2 febbraio.

Quando Buddy Holly arrivò al locale si mostrò assai contrariato con i musicisti del gruppo per il cattivo funzionamento del pullman, ventilando la possibilità di affittare un volo charter per il trasferimento a Moorhead, da dove avrebbero poi raggiunto Fargo. Secondo lo speciale televisivo Behind the Music: The Day the Music Died prodotto dal canale satellitare VH-1, Holly quella sera era indispettito anche per il fatto di non poter disporre di un cambio di biancheria e di non poter far lavare quella che indossava poiché la locale tintoria quel giorno era chiusa per riposo.

L'aereo era stato inizialmente prenotato per Buddy Holly e i suoi musicisti Waylon Jennings e Tommy Allsup e il volo fu organizzato con Roger Peterson, pilota locale ventunenne che lavorava per la Dwyer Flying Service di Mason City. Fu concordato un compenso di trentasei dollari per ciascuno dei tre passeggeri del Beechcraft Bonanza B35 (V-tail).


Big Bopper


Lo stesso argomento in dettaglio: Big Bopper.

Il disc jockey e cantante JP Richardson, che aveva avuto nei giorni precedenti una fastidiosa forma influenzale, chiese a un musicista di Holly, Waylon Jennings, se poteva cedergli il posto sull'aereo e Jennings acconsentì senza problemi. Quando Holly seppe che Jennings non avrebbe preso l'aereo, gli augurò scherzosamente di congelare sul vecchio bus, e il musicista, altrettanto scherzosamente, augurò a Holly che il suo aereo potesse schiantarsi.

Questo scambio di battute, con l'involontario e lugubre augurio e nonostante le circostanze scherzose in cui avvenne, ha condizionato per tutta la vita Jennings, che non ha mai saputo darsene pace[6][7].


Ritchie Valens


Lo stesso argomento in dettaglio: Ritchie Valens.

Ritchie Valens non aveva mai volato in un aereo da turismo prima di allora e chiese a un altro musicista di Holly, Tommy Allsup, di cedergli il posto. Allsup propose che la questione venisse decisa dal lancio di una moneta.

Contrariamente a quanto narrato in film biografici come La Bamba, il sorteggio non avvenne all'aeroporto appena prima del decollo dell'aereo, complice lo stesso Holly, ma fu effettuato da un disc jockey della sala da ballo alla fine dello spettacolo. Valens vinse il sorteggio e con esso il posto a sedere sull'aereo per quella notte[6].

Anche a Dion DiMucci del gruppo Dion & The Belmonts, quarto nome in cartellone insieme a Holly, Big Bopper e Valens, fu offerto di prendere l'aereo, ma il musicista declinò l'invito poiché riteneva il prezzo del biglietto troppo oneroso[8].


L'impatto


Appena dopo l'una di notte del 3 febbraio, l'aeroplano decollò dall'aeroporto municipale di Mason City. Cinque minuti dopo, il proprietario del Dwyer Flying Service vide le luci del velivolo che iniziavano a discendere dal cielo verso il terreno[9]. Dalla torre di controllo si attendevano comunicazioni dal pilota riguardo al piano di volo, ma Peterson non contattò mai i tecnici dell'aeroporto. Diversi tentativi di Dwyer di contattarlo non andarono a buon fine. Erano le 3:30 del mattino quando dall'aeroporto Hector di Fargo comunicarono di non avere avuto contatti con il velivolo.

Intorno alle 9:15 del mattino, Dwyer decollò a sua volta con un piccolo aeroplano per ripercorrere la medesima rotta che si riteneva Peterson avesse seguito. Fu sufficiente un breve lasso di tempo per scorgere i resti del velivolo che aveva impattato sul terreno in un appezzamento coltivato a granoturco situato a circa otto chilometri a nord-ovest dell'aeroporto.

A Carroll Anderson, il manager della Surf Ballroom, che aveva condotto gli artisti all'aeroporto assistendo alla loro partenza, toccò il triste compito dell'identificazione dei cadaveri. I corpi di Holly e Valens giacevano poco distante dall'aeroplano mentre quello di Richardson fu rinvenuto in un campo accanto a quello dell'impatto.

Secondo quanto affermò il coroner della contea, è presumibile che tutti gli occupanti del Bonanza abbiano trovato nell'incidente morte istantanea essenzialmente per traumi alla testa. In particolare, il certificato di morte di Holly precisava che il cantante aveva riportato fratture multiple tali da causargli la morte istantanea:

The body of Charles H. Holley was clothed in an outer jacket of yellow leather-like material in which four seams in the back were split almost full length. The skull was split medially in the forehead and this extended into the vertex region. Approximately half the brain tissue was absent. There was bleeding from both ears, and the face showed multiple lacerations. The consistency of the chest was soft due to extensive crushing injury to the bony structure. The left forearm was fractured 1/3 the way up from the wrist and the right elbow was fractured. Both thighs and legs showed multiple fractures. There was a small laceration of the scrotum.[4]

Il corpo di Charles H. Holley era vestito con un giaccone giallo in similpelle, nel quale quattro cuciture nella schiena erano strappate quasi in tutta la loro lunghezza. Il cranio era scisso medianamente sulla fronte con estensione alla regione del vertice. Approssimativamente metà del tessuto cerebrale era mancante. Era presente sanguinamento da entrambe le orecchie, ed il viso presentava lacerazioni multiple. La consistenza della cassa toracica era molle a causa di ampie lesioni da urto sofferte dalla struttura ossea. L'avambraccio sinistro era fratturato per 1/3 partendo dal polso ed il gomito destro era fratturato. Entrambe le gambe presentavano fratture multiple. Era presente una leggera lacerazione allo scroto.


L'inchiesta giudiziaria


L'inchiesta giudiziaria condotta subito dopo il fatto consentì di accertare che il disastro aereo fu dovuto a una combinazione di maltempo abbinato a un errore del pilota (il giovane e inesperto Peterson, che stava ancora perfezionando la preparazione per il volo notturno) dovuto probabilmente a disorientamento spaziale. La poca dimestichezza con la strumentazione di bordo, inoltre, abbinata appunto alle cattive condizioni del tempo, potrebbe avere indotto il pilota a credere di essere in fase ascendente anziché discendente[9]. Va detto che - sempre secondo l'inchiesta - il pilota non fu messo adeguatamente sull'avviso a proposito delle condizioni meteo che avrebbe incontrato durante la rotta.[senza fonte]

Nel 2007, il figlio di Richardson ha ottenuto che il corpo del padre venisse riesumato e che venisse compiuta un'autopsia supplementare per verificare l'esito della perizia necroscopica compiuta a suo tempo. La richiesta è stata fatta anche per fare piena luce sull'eventualità che a bordo dell'aereo vi sia stata l'esplosione accidentale da una rivoltella calibro 22 appartenuta a Holly, trovata due mesi dopo nel campo in cui avvenne il disastro. Si voleva inoltre accertare se Richardson si fosse allontanato in qualche modo con le proprie gambe dal luogo dell'impatto, considerato che il suo corpo fu rinvenuto a distanza da lì.

L'autopsia, presenziata dal celebre antropologo forense Bill Bass, diede risultati in quanto il corpo di Richardson risultava in buono stato di conservazione nonostante la lunga sepoltura. Il corpo, esaminato anche con raggi X, presentava molteplici ed estese fratture e danni rilevanti agli organi interni tali da confermare la sua morte istantanea a seguito dell'urto del velivolo contro il terreno escludendo altre dinamiche nel decesso[10][11].


Memoriale


Nel 1988, Ken Paquette, un appassionato dell'era degli anni cinquanta proveniente dal Wisconsin, ha fatto erigere una statua in acciaio raffigurante una steel guitar e un insieme di tre dischi ciascuno con i nomi dei tre cantanti morti nella sciagura aerea[12]. Il monumento è posizionato sul terreno privato di una fattoria, poco distante dall'incrocio tra la 315th Street e la Gull Avenue, a otto chilometri a nord di Clear Lake.

Lo stesso Paquette ha fatto erigere un monumento analogo dedicato ai tre musicisti alla Riverside Ballroom di Green Bay, nel Wisconsin, dove Holly, Big Bopper e Valens suonarono la notte del 1º febbraio 1959, quindi due sere prima del disastro. Questo secondo memorial è stato inaugurato il 17 luglio 2003[13].

Nel febbraio 2009 un ulteriore monumento è stato eretto da Paquette sul luogo del disastro in memoria del pilota Roger Peterson[14]


Altre occorrenze


The Day the Music Died è anche il titolo di un film del 1977 diretto da Bert Tenzer e interpretato da Mel Winkler.


Note


  1. Vedi: (EN) Check-Six.com - Celebrity Crashes.
  2. Theodore Thimou, Preview: The Twice-Famous Don McLean Plays Rams Head, su Bay Weekly, 28 dicembre 2006. URL consultato l'11 settembre 2008.
  3. Potrebbe riaprire l'indagine sulla morte di Buddy Holly, su america24.com.
  4. Ralph E. Smiley, M.D., Death Certificate language, su fiftiesweb.com, Fiftiesweb. URL consultato il 30 gennaio 2009.
  5. Most Frequently Asked Questions..., su buddyhollyonline.com.
  6. VH1's, Behind the Music: "The Day the Music Died", intervista con Waylon Jennings.
  7. Waylon's Buddy: Jennings Never Forgot His Mentor, su cmt.com, CMT.
  8. Dion the Wanderer, Back "In Blue", su Fresh Air, NPR.
  9. Civil Aeronautics Board, Aircraft Accident Report (PDF), su ntsb.gov, NTSB, 23 settembre 1959. URL consultato il 4 febbraio 2009.
  10. Bill Griggs, Big Bopper Exhumation, su rockin50s.com. URL consultato il 30 gennaio 2009.
  11. Autopsy of "Big Bopper" to Address Rumors About 1959 Plane Crash, Washington Post, 18 gennaio 2007.
  12. Scott Michaels, The Death of Buddy Holly, su findadeath.com, Findadeath. URL consultato il 30 gennaio 2009.
  13. Jennifer Jordan, The Day the Music Died, su articlestree.com, Articles Tree, 11 aprile 2007. URL consultato il 30 gennaio 2009.
  14. Jennifer Jordan, Memorial to Buddy Holly pilot dedicated at crash site, in Des Moines Register, 2 febbraio 2009. URL consultato il 14 aprile 2009.

Bibliografia



Altri progetti



Collegamenti esterni


Portale Aviazione
Portale Catastrofi
Portale Rock

На других языках


[de] The Day the Music Died

The Day the Music Died („Der Tag, an dem die Musik starb“) ist eine populäre Bezeichnung für den 3. Februar 1959, an dem die Musiker Buddy Holly, Ritchie Valens und The Big Bopper bei einem Flugzeugabsturz ums Leben kamen. Außerdem ist es die zentrale Verszeile des Songs American Pie von Don McLean.

[en] The Day the Music Died

On February 3, 1959, American rock and roll musicians Buddy Holly, Ritchie Valens, and "The Big Bopper" J. P. Richardson were killed in a plane crash near Clear Lake, Iowa, together with pilot Roger Peterson.[1][2] The event later became known as "The Day the Music Died" after singer-songwriter Don McLean referred to it as such in his 1971 song "American Pie".

[fr] The Day the Music Died

Le 3 février 1959, les rockeurs Buddy Holly, Ritchie Valens et The Big Bopper et leur pilote Roger Peterson meurent dans un accident d'avion près de Clear Lake dans l'Iowa, aux États-Unis, événement surnommé en 1971 The Day the Music Died (en français : « le jour où la musique est morte ») par l'auteur-compositeur Don McLean dans sa chanson American Pie.
- [it] The Day the Music Died

[ru] День, когда умерла музыка

«День, когда умерла музыка» (англ. The Day the Music Died) — название авиационной катастрофы, произошедшей во вторник, 3 февраля 1959 года, в Айове близ Клир-Лейка  (англ.) (рус., в которой погибли три американских рок-музыканта: Бадди Холли, Ричи Валенс и Биг Боппер, а также пилот Роджер Питерсон[2]. Позже певец Дон Маклин назвал эту трагедию «Днём, когда умерла музыка», написав о ней песню «American Pie»[3][4].



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