Il volo United Airlines 266 era un volo di linea della United Airlines operato da un Boeing 727 tra l'Aeroporto Internazionale di Los Angeles e l'Aeroporto Internazionale Generale Mitchell.Il 18 gennaio 1969 il Boeing che operava il volo quattro minuti dopo il decollo da Los Angeles precipitò nell'oceano a causa di un guasto elettrico provocando la morte di tutti gli occupanti del velivolo[2].
Volo United Airlines 266 | |
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Tipo di evento | Incidente |
Data | 18 gennaio 1969 |
Tipo | Guasto meccanico, conseguente perdita di energia elettrica e disorientamento spaziale dei piloti |
Luogo | Santa Monica, USA |
Stato | ![]() |
Coordinate | 33°56′56″N 118°39′30″W |
Tipo di aeromobile | Boeing 727-22C |
Operatore | United Airlines |
Numero di registrazione | N7434U |
Partenza | Aeroporto Internazionale di Los Angeles, Los Angeles, Stati Uniti |
Destinazione | Aeroporto Internazionale Generale Mitchell, Milwaukee, Stati Uniti |
Occupanti | 38 |
Passeggeri | 32 |
Equipaggio | 6 |
Vittime | 38 |
Feriti | 0 |
Sopravvissuti | 0 |
Mappa di localizzazione | |
Dati estratti da Aviation Safety Network[1] | |
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Il velivolo coinvolto nell'incidente era un trimotore a reazione Boeing 727-22C con numero di registrazione N7434U e S/N 19891 motorizzato da tre Pratt & Whitney JT8D ricevuto dalla United Airlines nel settembre 1968. Al momento dell'incidente aveva accumulato appena 1037 ore di volo.
L'equipaggio era composto dal Comandante Leonard A. Leverson (49 anni/13.665 ore di volo di cui 1.908 sul 727), dal primo ufficiale Walter R. Schlemmer (33 anni/6.642 ore di volo) e dal secondo ufficiale Keith R. Ostrander (29 anni/174 ore di volo)[3].
Il Boeing decollò dall'Aeroporto di Los Angeles alle 18:17 con due generatori funzionati su tre[4] rispettando comunque le procedure di compagnia. Dopo appena un minuto e mezzo dopo il decollo in cabina di pilotaggio si accense la spia di incendio al motore numero 1. L'equipaggio decise quindi di spegnere il motore e richiedere alla torre di controllo di Los Angeles di atterrare. Questa è l'ultima comunicazione radio tra il velivolo e la torre di controllo che malgrado numerosi tentavi di mettersi in contatto con il Boeing non riceve alcuna risposta[5]. Alle 18:21 il velivolo scompare degli schermi radar ad una distanza di 11 miglia ovest dall'aeroporto di decollo mentre sorvolava l'oceano.
Per accertare le cause dell'incidente venne disposta un'inchiesta affidata alla NTSB. L'analisi delle scatole nere risultò difficoltosa, poiché dopo lo spegnimento del motore N.1 le registrazioni si sono interrotte per poi riprendere 9 secondi prima dello schianto, creando un vuoto di ben tre minuti[4].
Dall'analisi dei rottami è emerso che sul motore N.1 non c'erano segni di incendio e quindi che l'allarme suonato in cabina subito dopo il decollo era probabilmente dovuto ad un guasto del sensore di temperatura installato nel motore. I motori 2 e 3 invece erano in funzione a potenza elevata[3].
Il generatore del motore numero 3 era fuori uso dal 15 gennaio e risulta una lunga lista di interventi effettuati all'impianto elettrico del velivolo. In particolare il 13 gennaio il pannello di controllo del generatore numero 3 venne sostituito[5]. La sostituzione non portò alla risoluzione del problema e il personale della manutenzione disattivò il generatore applicando anche delle etichette in cabina per segnalare l'avaria. Dalle registrazioni emerse che l'equipaggio era a conoscenza del guasto prima del decollo.
Il controllore di volo riportò che pochi secondi dopo aver perso il contatto radio con il velivolo il transponder smise di trasmettere. Si può quindi presupporre che anche il generatore numero 2 in quel momento abbia smesso di funzionare. L'inchiesta ipotizzò che il blackout sia stato causato da un sovraccarico al generatore numero 2 (l'unico generatore funzionante rimasto su tre). Risulta inoltre che l'equipaggio non attivò mai il circuito elettrico di riserva per cause che sono ignote. Ci sarebbe anche la remota possibilità nella quale il sistema ausiliario non abbia funzionato a causa di un problema al sistema di caricamento della batteria che potrebbe anche essere collegato alla disconnessione del generatore numero 2[3].
Risultano inoltre ignoti i motivi per i quali il sistema elettrico abbia ricominciato a funzionare nove secondi prima dello schianto[4].
Dopo vari test è stato accertato che anche in presenza di guasto al sistema elettrico i comandi di volo sarebbero risultati pienamente operativi.
La causa dell'incidente è quindi la perdita di orientamento dei piloti che avendo perso gli strumenti primari di navigazione non avevano sufficienti riferimenti per condurre il volo in sicurezza[3].
L'incidente ebbe pesanti conseguenze nella futura progettazione negli impianti elettrici. Furono emanate 4 direttive FAA e 2 raccomandazioni di sicurezza dell'NTSB[4] e inoltre vennero modificate le procedure di emergenza in caso di perdita di tutti i generatori per limitare le possibilità di rimanere senza alcuna alimentazione
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