Il Nanchang J-12 era un caccia intercettore/leggero monomotore a getto, dotato di ala a freccia, prodotto dall'azienda cinese Nanchang negli anni settanta del XX secolo e costruito in una piccola quantità di preserie, utilizzata per scopi sperimentali. Il suo sviluppo fu abbandonato in favore dell'adozione da parte della PLAAF dello Chengdu J-7, cioè del Mikoyan-Gurevich MiG-21F-13 costruito su licenza.
Nanchang J-12 | |
---|---|
Un caccia Nanchang J-12A esposto su un pilone presso il Beijing Aviation Museum | |
Descrizione | |
Tipo | caccia intercettore/caccia multiruolo |
Equipaggio | 1 |
Progettista | Liu Xian Peng |
Costruttore | Nanchang |
Data primo volo | 26 dicembre 1970 |
Data ritiro dal servizio | gennaio 1977 |
Utilizzatore principale | PLAAF |
Esemplari | 6 |
Dimensioni e pesi | |
Lunghezza | 10,644 m |
Apertura alare | 7,192 m |
Altezza | 3,706 m |
Superficie alare | 10,40 m² |
Carico alare | 198,25 kg/m² |
Peso a vuoto | 3 172 kg |
Peso carico | 4 530 |
Peso max al decollo | 5 295 kg |
Propulsione | |
Motore | 1 turbogetto Wopen WP-6Z |
Spinta | 3 454 kg/s (40 kN) con postcombustione |
Prestazioni | |
Velocità max | 1 472 km/h (1,386 Mach) a 11 000 m |
Velocità di crociera | 1 080 km/h |
Velocità di salita | 10 800 m/min |
Corsa di decollo | 500 m |
Autonomia | 1 167 km |
Raggio di azione | 688 km |
Tangenza | 16 870 m |
Armamento | |
Cannoni | 2 Nudelman-Rikhter NR-30 da 30 mm |
Missili | 3 missili aria-aria a guida IR AA-2 Atoll |
Note | dati riferiti alla versione J-12 |
dati tratti da Chinese Aircraft[1] | |
voci di aerei militari presenti su Wikipedia |
All'inizio degli anni sessanta del XX secolo avvenne la "rottura" politica tra l'Unione Sovietica e la Repubblica popolare Cinese, e questo fatto determinò l'interruzione della fornitura di armi e tecnologia moderna all'industria militare cinese, specialmente nel settore aeronautico. Privati dell'assistenza tecnica e ingegneristica sovietica, negli anni successivi i cinesi incontrarono molte difficoltà, ma tentarono ostinatamente di avviare alcuni programmi aeronautici nazionali.
La convocazione della riunione allargata dell'Ufficio politico del Comitato centrale del partito nel maggio 1966[2] e l'undicesima sessione plenaria dell'Ottavo Comitato centrale nell'agosto dello stesso anno, segnarono il lancio su vasta scala della "Grande rivoluzione culturale proletaria", che pose l'aeronautica cinese sotto l'influenza del pensiero politico.[2] Nell'aprile 1967, quando la Rivoluzione culturale era in corso da quasi un anno,[2] la Zhōngguó Rénmín Jiěfàngjūn Kōngjūn avviò il progetto per un piccolo caccia ("Small Fighter"), che fu molto influenzato dai pensieri politici e dalla predicazione del leader Mao Zedong.[2]
Alla fine del decennio la PLAAF[N 1] emise un requisito per un piccolo caccia leggero supersonico, capace di atterrare e decollare da corte piste semipreparate, di semplice manutenzione e dotato di ottime prestazioni a bassa quota, con cui desiderava sostituire i MiG-19 di provenienza sovietica, che non avevano dato buona prova nel corso della guerra dei sei giorni del 1967. Il concetto iniziale si avvicinava a quello del Northrop F-5A Tiger. Al requisito risposero due aziende aeronautiche, la Shenyang, con il modello J-11,[3] e la Nanchang con lo J-12.[1]
L'ufficio tecnico della Nanchang sottopose alla PLAAF il progetto di un velivolo molto leggero, pesante a pieno carico al decollo 4,5 tonnellate,[1] con ala bassa a freccia e presa d’aria frontale per il propulsore. Quest'ultimo era un turbogetto Wopen WP-6Z[N 2], dotato di postbruciatore.
L'aspetto finale dell'aereo fu determinato dal capo progettista Liu Xian Peng nell'agosto 1969,[1] dopo il completamento di una serie di modelli per la galleria del vento, e il successivo sviluppo fu molto rapido, diciassette mesi, ma ciò diede vita a numerosi problemi.
Il Nanchang J-12A era un monoplano da caccia caratterizzato dalla configurazione alare a freccia,[4] posta in posizione bassa. La fusoliera aveva la presa d'aria del motore in posizione frontale, all'interno della quale vi era un cono mobile;[4] nella sezione anteriore della carlinga era disposto l'abitacolo monoposto, riparato da una cappottatura interamente vetrata, imperniata nella zona anteriore e completamente apribile.[4] La sezione della fusoliera era di forma ovale, costruita con impiego di leghe di titanio e pannelli a nido d'ape.[4] Il carrello d'atterraggio era di tipo triciclo anteriore; tutti gli elementi erano dotati di singola ruota, quello anteriore si ritraeva in avanti ed i due posteriori, incernierati al centro dell'ala, si richiudevano verso l'interno ed alloggiavano le ruote nella parte esterna della fusoliera.[4]
Il propulsore era un Wopen WP-6Z erogante la spinta di 2 500 kg/s (25 kN) a secco, e 3 454 kg (40 kN) con postbruciatore.[4] Nella sezione centrale della fusoliera era posizionato il serbatoio integrale del carburante.[4]
L'armamento si basava su due cannoni Nudelman-Rikhter NR-30 calibro 30 mm, o un cannone da 30 e uno da 23 mm, e tre missili aria-aria a guida IR PL-2,[4] trasportati appesi ai tre piloni, due subalari e uno ventrale, su cui potevano inoltre essere installati pod contenenti razzi non guidati o piccole bombe che fornivano al velivolo capacità secondarie per l'impiego come cacciabombardiere.[4] Non era installato alcun radar di tiro, e l'impiego delle armi avveniva con l'uso di un mirino ottico e di un radiotelemetro posizionato nel cono del muso.[4]
Il primo prototipo, designato J-12 (Jianjiji-12), andò in volo per la prima volta il 26 dicembre 1970,[1] ed a esso ne seguirono altri due, di cui uno destinato alle sole prove statiche,[1] fino al 1973. Il 10 settembre dello stesso anno il nuovo modello fu presentato[N 3] a Pechino alla leadership politica del paese.[1] Lo J-12 risultava leggermente superiore allo J-6, che costituiva la dotazione base dei reparti della PLAAF, ed era capace di operare da piste la cui lunghezza non superava i 500 m, il che soddisfaceva abbastanza gli ideologi del velivolo "guerrigliero". A causa dei risultati non ottimali fatti registrare durante i collaudi di volo, lo J-12 venne sottoposto a una considerevole riprogettazione, che comportò l’adozione di una cellula alleggerita, di modifiche aerodinamiche,[N 4] e il ridisegno della presa d’aria del propulsore.[5] Così modificato lo J-12 andò in volo nel luglio 1975, facendo registrare una velocità massima di Mach 1,386, maggiore di quella raggiungibile dallo J-6 allora in servizio, così come la tangenza massima raggiungibile, che aumentò a 17 410 m. La Nanchang ricevette l’autorizzazione a produrre tre apparecchi di preserie J-12A, ognuno con un armamento di un cannone da 23 mm e uno da 30 mm.[5] I 135 voli di collaudo, per un totale di 61 ore e 12 minuti,[5] terminarono nel gennaio 1977, quando ogni ulteriore sviluppo fu abbandonato a causa dell’adozione dello Chengdu J-7 (MiG-21F-13 costruito su licenza) da parte dell’aeronautica militare. Il programma terminò ufficialmente nel febbraio 1978, e nonostante il fallimento, lo J-12 consentì ai tecnici cinesi di conseguire una notevole esperienza nel settore degli aerei da caccia a reazione.[5]
Nel corso degli anni novanta l'ingegnere Lu Xiao Peng propose una versione aggiornata del caccia J-12 con sezione radar equivalente ridotta, al fine di utilizzarlo a bordo delle previste portaerei della marina, ma tale proposta non fu accettata.[6]
Un esemplare di preserie J-12A accoglie i visitatori al Museo PLAAF di Datangshan, mentre il secondo prototipo del J-12 è esposto nel tunnel del China Aviation Museum.
Altri progetti
Portale Aviazione | Portale Guerra fredda |