Il SAI Ambrosini Sagittario o Sagittario I o Turbofreccia è stato il prototipo del primo aviogetto militare italiano del dopo guerra. Fu progettato dall'ing. Sergio Stefanutti e costruito dalla Società Aeronautica Italiana Ambrosini nel 1950.[1]
![]() |
Questa voce o sezione sull'argomento Aviazione non è ancora formattata secondo gli standard.
|
![]() |
Questa voce sull'argomento Aerei è solo un abbozzo.
Contribuisci a migliorarla secondo le convenzioni di Wikipedia. Segui i suggerimenti del progetto di riferimento.
|
SAI Ambrosini Sagittario I | |
---|---|
![]() | |
Descrizione | |
Tipo | Caccia sperimentale a getto |
Progettista | Sergio Stefanutti |
Costruttore | ![]() |
Data primo volo | 5 gennaio 1953 |
Esemplari | 1 |
voci di aeroplani sperimentali presenti su Wikipedia |
Il Sagittario I, fu costruito in legno e montava un motore Alfa Romeo 115Ter da 225 hp; questo prototipo (detto anche prototipo 1) fu portato in volo la prima volta da Ireneo Di Crescenzo tra il 18 luglio e il 1 agosto, 1952.[2] Questo modello venne sviluppato dal modello in legno dell'anteguerra SAI Ambrosini S.7, considerato «l'aereo più bello del mondo».[3]
Il Sagittario I utilizzava la fusoliera dell'S.7, del quale migliorava l'aerodinamica complessiva per il volo transonico con l'adozione di ali a freccia di 45°. Veniva considerato come modello di transizione in attesa di provare motori più prestazionali.[2] La scelta di usare parti di un velivolo già costruito nasceva dalla necessità di utilizzare elementi collaudati, vista la mancanza nel dopoguerra di gallerie del vento, per effettuare i complessi collaudi di un prototipo completamente nuovo. Questo unico esemplare costruito servì per collaudare le ali a freccia e i fenomeni di compressione aerodinamica a velocità transonica.[4]
Sul prototipo "Freccia" fu montato un motore a jet il Turbomeca Marboré II turbojet da 3,7 kN (840 lbf) di spinta a 22 600 giri/min; questo prototipo venne chiamato Sagittario I o Turbofreccia (o prototipo 2). Il Sagittario I il 26 marzo 1953 effettuò il primo volo a Ciampino.[2]
«Il Sagittario I possiamo considerarlo il primo turbogetto costruito in Italia, ...» |
(Aviation Top[2]) |
Successivamente nel 1953 fu realizzato il Sagittario 2, prodotto dalla ditta Aerfer più esperta in lavorazioni metalliche della SAI Ambrosini.
Esso fu il primo supersonico che concorse all'esame per l'adozione degli aerei NATO; diventando la naturale conclusione degli studi fatti sulle ali a freccia dalla SAI Ambrosini.[5] Il primo volo del Sagittario fu effettuato a Vigna di Valle il 19 maggio 1956, dall'asso Costantino Petrosellini.[6]
Caratteristico per la presenza di una presa d'aria sul "naso" della fusoliera, mentre lo scarico dei gas avveniva sotto il posto di pilotaggio. L'accesso al motore avveniva con l'apertura del rivestimento della fusoliera con un aspetto a petali.
Nel prototipo a jet la fusoliera in legno era allungata rispetto al precedente Freccia, mentre la parte anteriore della fusoliera che ospitava il motore era costruita in metallo.
Il carrello del Sagittario I aveva un alto ruotino posteriore a scomparsa che era schermato dai gas di scarico. Il successivo Sagittario II perderà il ruotino a favore di un più moderno carrello triciclo anteriore.
Il Sagittario I vola per la prima volta il 5 gennaio 1953.
Altri progetti
![]() |