Il volo Aeroflot 3843 era un volo commerciale sovietico precipitato il 13 gennaio 1977, dopo un incendio al motore sinistro vicino all'aeroporto di Almaty. Tutte le 90 persone a bordo persero la vita nello schianto.[1]
Volo Aeroflot 3843 | |
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Tipo di evento | Incidente |
Data | 13 gennaio 1977 |
Tipo | Perdita di controllo in seguito a un incendio al motore sinistro |
Luogo | Vicino all'aeroporto di Almaty, RSS Kazaka |
Stato | ![]() |
Coordinate | 43°21′19″N 77°02′41″E |
Tipo di aeromobile | Tupolev Tu-104B |
Operatore | Aeroflot |
Numero di registrazione | CCCP-42369 |
Partenza | Aeroporto di Chabarovsk-Novyj, Chabarovsk, RSFS Russa |
Scalo intermedio | Aeroporto di Novosibirsk-Tolmačëvo, Novosibirsk, RSFS Russa |
Destinazione | Aeroporto di Almaty, Almaty, RSS Kazaka |
Occupanti | 90 |
Passeggeri | 82 |
Equipaggio | 8 |
Vittime | 90 |
Sopravvissuti | 0 |
Mappa di localizzazione | |
Dati estratti da Aviation Safety Network[1] | |
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Il velivolo coinvolto nell'incidente era un Tupolev Tu-104B, registrato CCCP-42369 e di proprietà di Aeroflot. L'aereo fu consegnato alla compagnia russa il 31 ottobre 1958. Al momento dell'incidente, l'aereo aveva accumulato 27 189 ore di volo in 12 819 cicli di decollo-atterraggio.[2]
L'equipaggio era composto da un comandante, un primo ufficiale, due navigatori e un ingegnere di volo; tre assistenti di volo erano in cabina.[2]
Il volo 3843 era un servizio da Chabarovsk ad Almaty via Novosibirsk. Quel giorno partì per la seconda tappa del volo da Novosibirsk alle 17:13. A 40 chilometri dall'aeroporto di Almaty, l'aereo si trovava a un'altitudine di 6 890 piedi (2 100 m). I testimoni notarono fiamme fuoriuscire dal motore sinistro a circa 15 chilometri dall'aeroporto. Con l'ala ancora incendiata, salì poi da circa 600 piedi (180 m) a 1 000 piedi (300 m) prima di entrare in una picchiata ed esplodere in un campo coperto di neve. Il cielo sopra l'aeroporto in quel momento era sereno, anche se a causa della foschia la visibilità era di poco meno di due chilometri. L'aereo colpì il suolo con un angolo di 28° e a una velocità di 150-190 chilometri all'ora. La fusoliera si spezzò in due; la parte anteriore affondò nel terreno di 2 metri. Quella posteriore, insieme al gruppo di coda, fu spinta indietro di 18 metri e non venne consumata dal fuoco. Gli esami forensi mostrarono che i passeggeri erano stati esposti al monossido di carbonio durante gli ultimi momento del volo.[1]
Gli investigatori scoprirono che il motore sinistro dell'aereo era stato soggetto a un incendio per 10-15 minuti. Il fuoco era aumentato durante l'avvicinamento a causa della diminuzione del flusso d'aria, danneggiando i controlli di volo. L'aereo era entrato in uno stallo e si era schiantato a tre chilometri dall'aeroporto.[3]
Altre fonti sostennero che i piloti avevano continuato a volare per consumare carburante, ma l'incendio aveva raggiunto il serbatoio del combustibile, provocando un'esplosione.[1]
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