Il volo LANSA 508 era un volo di linea della LANSA con decollo dall'aeroporto Internazionale Jorge Chávez, arrivo a Iquitos e con scalo intermedio a Pucallpa. Il 24 dicembre 1971, il Lockheed L-188 Electra che operava il volo precipitò poco lontano da Puerto Inca. Nello schianto, delle 92 persone a bordo, persero la vita in 91. L'unica sopravvissuta è la peruviana di origine tedesca Juliane Koepcke, diciassettenne al momento dell'incidente.[1][2]
Volo LANSA 508
Un velivolo simile a quello coinvolto
Tipo di evento
Incidente
Data
24 dicembre 1971
Tipo
Cedimento strutturale causato dal maltempo; errore del pilota
Il velivolo coinvolto nell'incidente era un Lockheed L-188 Electra con numero di registrazione OB-R-941 e numero di serie 1086 soprannominato "Mateo Pumacahua". Volò per la prima volta nell'agosto 1959 e venne consegnato alla Braniff Airlines nell'agosto 1959 e passò poi alla LANSA nel 1970.[3] Era equipaggiato con 4 motori turboelica.[1]
L'incidente
Il volo LANSA 508 partì dall'aeroporto Internazionale Jorge Chávez di Lima poco prima di mezzogiorno della vigilia di Natale, diretto a Iquitos, in Perù, con uno scalo intermedio a Pucallpa, in Perù. L'aereo stava volando a circa 21000 piedi (6400m) sopra il livello medio del mare quando incontrò un'area di temporali con forti turbolenze. L'equipaggio decise di continuare il volo nonostante il maltempo in vista, apparentemente a causa della pressione per rispettare il programma delle vacanze.[4] Gli investigatori peruviani citarono "un volo intenzionale in condizioni meteorologiche pericolose" come causa dell'incidente.[4]
L'unica sopravvissuta, Juliane Koepcke, scoprì in seguito che l'aereo su cui aveva viaggiato era stato "interamente assemblato con pezzi di ricambio di altri aerei".[5] Nonostante una clavicola rotta, uno squarcio profondo al braccio destro, una ferita all'occhio e una commozione cerebrale, fu in grado di camminare attraverso la fitta giungla amazzonica per 10 giorni e trovò rifugio in una capanna. I boscaioli locali la trovarono e la riportarono in canoa alla civiltà.[5] Successivamente si scoprì che anche altri 14 passeggeri sopravvissero allo schianto iniziale, ma morirono in attesa dei soccorsi.[4]
Nella cultura di massa
Il film Miracles Still Happen (1974) è basato sull'incidente.[6]
La storia di Koepcke è stata raccontata anche nel 1998 nel film documentario Wings of Hope del regista Werner Herzog.[7]
Il libro di memorie di Koepcke Als ich vom Himmel fiel è stato pubblicato dall'editore tedesco Piper Malik il 10 marzo 2011.[8] L'edizione inglese When I Fell From the Sky, è stata pubblicata da Titletown Publishing nel novembre 2011.
L'incidente compare anche nell'episodio finale della stagione 1 del documentario di Discovery Channel Aircrash Confidential. L'episodio è stato trasmesso per la prima volta nel 2011 e presenta un'intervista con l'unica sopravvissuta Koepcke.
(EN) Koepcke, When I Fell from the Sky, 1ªed., Green Bay, WI: TitleTown Publishing, ISBN978-1857885835.
Giuseppe Maria Scotese, Paul Muller e Graziella Galvani, I miracoli accadono ancora, 19 luglio 1974. URL consultato il 4 dicembre 2020.
(EN) Werner Herzog, Juliane Koepcke e Juan Zaplana Ramirez, Julianes Sturz in den Dschungel, Werner Herzog Filmproduktion, ZDF Enterprises, BBC Bristol, 1º febbraio 2000. URL consultato il 4 dicembre 2020.
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