Il volo TWA 891, proveniente da Atene, decollò alle ore 17:28 del 26 giugno 1959, durante un violento nubifragio, dall'Aeroporto di Malpensa, diretto all'Aeroporto di Parigi-Orly e a Chicago. Alle ore 17:30 il velivolo intercettò il VOR di Saronno per poi sparire dai radar alle ore 17:33, quando si frantumò in mille pezzi e si schiantò in località Cascina Agnese, Olgiate Olona, in provincia di Varese.
Immediatamente giunsero soccorritori e vigili del fuoco, che domarono le fiamme, ma non trovarono superstiti tra le 69 persone a bordo[2]. Le ricerche e le operazioni di soccorso furono rese ancor più difficili dal maltempo.
Nelle ore successive alla disgrazia giunsero alcune autorità, come l'Arcivescovo di Milano Giovanni Battista Montini, futuro papa Paolo VI, che benedisse il luogo della sciagura.
I funerali delle vittime vennero celebrati nella Basilica di San Giovanni Battista di Busto Arsizio. Le spoglie furono poi sepolte in diversi cimiteri della zona.
L'inchiesta
Un mese dopo la sciagura si aprì l'inchiesta, condotta dalle autorità italiane e statunitensi, per conto della TWA. Le cause ritenute possibili furono:
fulmine
perdita di carburante
bomba
cedimento strutturale
guasto elettrico
guasto ai motori
Sebbene il lavoro d'investigazione fosse reso più difficile dall'assenza della scatola nera (non ancora introdotta), le numerose testimonianze oculari accertarono che la causa fu un fulmine che colpì un'ala dell'aereo già sovraccarico di elettricità, incendiando il benzina avio nei serbatoi. Un'ipotesi che rende più probabile questo evento è la seguente: il fulmine non avrebbe incendiato il carburante nei serbatoi, ma i vapori che ne fuoriuscivano, provocando la devastante esplosione.
Le vittime
Tomba di Maria Fermi, sorella di Enrico Fermi, nel cimitero di Olgiate Olona
Equipaggio
Jack Davis, 39 anni, statunitense, pilota in seconda
Frank William Ellis, 29 anni, statunitense, pilota aggiunto
Marguerite Fay, 27 anni, francese, hostess
Paul S. Grade, 50 anni, statunitense, pilota comandante
Jacqueline Jaussen, 23 anni, francese, hostess
Donald Albert Lueke, 41 anni, statunitense, ingegnere di bordo
Edmond Mouchnino, 38 anni, francese, steward
John Victor Powell, 39 anni, statunitense, assistente ingegnere di bordo
Harry Louis Stanton, 43 anni, statunitense, pilota aggiunto
Tra i rottami del velivolo fu rinvenuto anche un settantesimo corpo: quello di un bimbo maschio di circa due anni, non registrato tra i passeggeri del velivolo. Secondo alcune fonti si sarebbe trattato di un bambino del posto, che si trovava a giocare sul prato dello schianto al momento del disastro[4], ma in realtà non risulta nessuna denuncia della scomparsa di bambini in quei giorni ad Olgiate Olona[5]. Sulla lapide commemorativa si parla di "settanta vite umane" (vedi fotografia) e non di sessantanove, essendo la settantesima vittima il feto ritrovato insieme alla salma di una donna incinta[6].
Commemorazioni
Monumento in memoria del disastro aereo, realizzato nel 1964.
Subito dopo il disastro, il comune posò sul luogo del disastro una lapide provvisoria, sostituita nel 1964 da un monumento: una sorta di ala bianca di calcestruzzo, sollevata da terra, con una croce stilizzata e una frase di Ugo Foscolo. Il monumento è stato restaurato nel 1993. Al centro è incastonata una piastrella in ceramica, su cui è dipinto il ritratto di Mary Belknap, una delle vittime più giovani della sciagura (10 anni).
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