Il Comte AC-12 Moskito fu un aereo da turismo, monomotore, monoplano ad ala alta sviluppato dall'azienda aeronautica svizzera Alfred Comte, Schweizerische Flugzeugfabrik nei primi anni trenta del XX secolo.
Comte AC-12 Moskito | |
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Descrizione | |
Tipo | aereo da trasporto |
Equipaggio | 3 |
Progettista | Alfred Comte |
Costruttore | ![]() |
Data primo volo | 1931 |
Esemplari | 8 |
Sviluppato dal | Comte AC-4 |
Dimensioni e pesi | |
Lunghezza | 7,50 m |
Apertura alare | 11,60 m |
Altezza | 2,25 m |
Superficie alare | 15,80 m² |
Peso a vuoto | 477 kg |
Peso max al decollo | 800 kg |
Passeggeri | 1 |
Propulsione | |
Motore | un Argus As 8 |
Potenza | 95 CV |
Prestazioni | |
Velocità max | 180 km/h |
Velocità di crociera | 155 km/h |
Quota di servizio | 5 000 m |
dati tratti da L'Aviazione grande enciclopedia illustrata[1] | |
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Dal precedente Comte AC-4 Gentleman, la ditta svizzera Alfred Comte, Schweizerische Flugzeugfabrik avviò la progettazione di un nuovo aereo da trasporto e collegamento civile, dotato di cabina chiusa, che fu designato AC-12 Moskito.[2] Il primo prototipo andò in volo per la prima volta nel 1931, e ne furono costruiti 8 esemplari.[2]
L'AC-12 era un monoplano, monomotore, di costruzione mista. La velatura, costruita in tubi d'acciaio e rivestita in compensato,[3] era di tipo monoplana, con piano alare montato alto e a sbalzo sulla fusoliera, controventata per irrigidire e rinforzare la struttura grazie un'asta di controvento per lato.[1] La fusoliera era a sezione rettangolare, realizzata con struttura metallica rivestita da tessuto, e terminava in un impennaggio classico monoderiva.[1]
Il carrello d'atterraggio era un classico biciclo anteriore fisso, con elementi anteriori ruotati e ammortizzati montati su struttura anch'essa ammortizzata, integrato posteriormente con un pattino d'appoggio posizionato sotto l'impennaggio di coda.[1] La cabina di pilotaggio conteneva il pilota, posizionato su un apposito sedile isolato, posto anteriormente ai due sedili per i passeggeri. I doppi comandi erano di serie, mente opzionali erano il riscaldamento e l'illuminazione della cabina.[1] La propulsione era affidata a un motore in linea Argus As.8 erogante la potenza di 95 CV (71 kW), e azionante un'elica bipala.[2] Potevano essere installati i più potenti de Havilland Gipsy III da 122 CV, e Armstrong Siddeley Genet Major da 142 CV.[1] Con questi propulsori l'AC-12 saliva a 2 000 m in 15 minuti e a 4 000 m in 45 minuti.[3]
A partire dal 5 gennaio 1932 la compagnia aerea Swissair ne usò tre esemplari, CH-331 (HB-EKI), CH-332 (HB-OLU e CH-333 (HB-ETE), sulla rotta Zurigo-Dübendorf.[4] L'esemplare CH-333 andò perso per incidente il 5 marzo 1936.[4] Il 9 maggio dello stesso anno andò perduto un altro esemplare, che precipitò al suolo in un bosco tra la cantonale e i paesi di Certara e Bogno, causando la morte di tutti i passeggeri.[N 1][5]
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