Il volo Lao Airlines QV-301 era un collegamento domestico di linea operato dalla compagnia di bandiera laotiana Lao Airlines fra Vientiane e Pakse, in Laos, e precipitato nel fiume Mekong il 16 ottobre 2013. A bordo si trovavano 44 passeggeri e 5 componenti dell'equipaggio: nessuno dei presenti a bordo è sopravvissuto al disastro. Si è trattato del più grave incidente nella storia dell'aviazione civile laotiana.[1]
Volo Lao Airlines 301 | |
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Tipo di evento | Incidente |
Data | 16 ottobre 2013 |
Ora | 15:55 |
Tipo | Volo controllato contro il suolo causato da errore del pilota e pessime condizioni meteorologiche |
Luogo | Villaggio di Ban Phaling, distretto di Phonthong, provincia di Champasak, 6 km dall'aeroporto di Pakse |
Stato | ![]() |
Coordinate | 15°09′06″N 105°43′59″E |
Tipo di aeromobile | ATR 72-600 |
Operatore | Lao Airlines |
Numero di registrazione | RDPL-34233 |
Partenza | Aeroporto di Vientiane-Wattay, Vientiane, Laos |
Destinazione | Aeroporto di Pakse, Pakse, Laos |
Occupanti | 49 |
Passeggeri | 44 |
Equipaggio | 5 |
Vittime | 49 |
Feriti | 0 |
Sopravvissuti | 0 |
Mappa di localizzazione | |
Dati estratti da Aviation Safety Network[1] | |
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Il velivolo coinvolto nel disastro era un ATR 72-600, numero di registrazione RDPL-34233, matricola MSN 1071, costruito in Francia e consegnato alla compagnia aerea il 28 marzo 2013. Nei 6 mesi e 17 giorni di attività aveva collezionato 758 ore di volo e aveva operato 774 atterraggi.[2]
Il velivolo precipitato era comandato dal cinquantasettenne cambogiano Yong Som, con un'esperienza di 5 600 ore di volo di cui 3 200 su velivoli ATR 72 e un passato di pilota militare nella Royal Cambodian Air Force e nello Squadrone del Ministero della Difesa di quel Paese; gli era accanto come secondo ufficiale il ventiduenne Soulisack Hongvanthong con 110 ore volate sugli ATR 72.[3]
Il volo 301 era regolarmente partito dall'aeroporto di Vientiane-Wattay nella capitale laotiana alle ore 14,45 locali con destinazione la città di Pakse, all'estremo sud del Paese e al confine con la Thailandia. A causa delle avverse condizioni meteorologiche condizionate da forti piogge e venti, l'ATR 72 si schiantava al suolo, lasciando profondi segni dell'impatto, nei pressi del villaggio di Ban Phaling, nel distretto di Phontong, per poi inabissarsi nel fiume Mekong verso le 15,55 durante la fase di avvicinamento all'aeroporto di destinazione, che si trovava a soli 6 chilometri di distanza. Rottami dell'aereo e i due motori rimanevano nei pressi della riva.[4] Sul luogo dell'incidente si trovava la coda del tifone Nari che si spostava verso il Vietnam e le Filippine dove avrebbe causato alcune decine di morti: membri della Lao Airlines hanno riferito che le pessime condizioni atmosferiche dovute al passaggio del tifone sarebbero state la cause della tragedia.[5] Le autorità locali, insieme a quelle thailandesi, hanno trovato particolare difficoltà nel recupero dei corpi delle vittime, molti dei quali sono stati ritrovati a decine di chilometri a valle nelle acque del Mekong.[6]
Si ritiene che la causa del disastro del volo 301 sia stata la presenza della coda del tifone Nari che nel giorno della tragedia insisteva sull'area della città di Pakse.[7] Al momento dell'incidente, infatti, le condizioni atmosferiche erano particolarmente avverse, caratterizzate da forte vento e pioggia scrosciante; l'ATR 72 era stato visto provare l'atterraggio per due volte prima dell'incidente. La depressione atmosferica, apparsa l'8 ottobre 2013 e segnalata dall'Agenzia meteorologica giapponese come ciclone tropicale, veniva individuata a circa 1 350 chilometri a ovest di Manila e classificata come tifone Santi dall'Amministrazione dei servizi atmosferici, geofisici ed astronomici delle Filippine (PAGASA).[8] Il tifone, nel suo passaggio, ha seminato morte e distruzione in Cambogia, Vietnam e Filippine.
Le possibilità che potessero esservi dei superstiti era stata immediatamente esclusa dalle Autorità e dalla Lao Airlines: il velivolo, con il suo carico di passeggeri, si è infatti distrutto al contatto con il suolo per poi inabissarsi, in pezzi, nelle acque melmose e vorticose del Mekong. Molti corpi delle vittime sono stati rinvenuti con grande difficoltà a valle del punto del disastro dalle squadre di soccorso composte da laotiani, singaporeani e francesi e anche dagli abitanti dei villaggi che si affacciano sul fiume. Dieci giorni dopo il disastro la scatola nera non era ancora stata recuperata[9] nonostante il rinvenimento di grandi parti della fusoliera: Yakua Lopangkao, direttore generale del Dipartimento dell'Aviazione Civile del Laos, ha dichiarato che le ricerche continuano nonostante le difficili condizioni in cui i sommozzatori sono costretti ad operare.[10]
Nella tragedia si sono contati 49 morti, fra cui i 5 componenti l'equipaggio, il cui comandante era cambogiano. In totale sono state undici le diverse Nazioni di origine delle vittime del volo 301.[11]
Nazionalità | Passeggeri | Equipaggio | Totale |
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![]() | 16 | 4 | 20 |
![]() | 7 | 0 | 7 |
![]() | 6 | 0 | 6 |
![]() | 5 | 0 | 5 |
![]() | 3 | 0 | 3 |
![]() | 3 | 0 | 3 |
![]() | 0 | 1 | 1 |
![]() | 1 | 0 | 1 |
![]() | 1 | 0 | 1 |
![]() | 1 | 0 | 1 |
![]() | 1 | 0 | 1 |
Totale | 44 | 5 | 49 |
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