La Hiyo (飛鷹Hiyō?,"Falco gigante")[1] fu una portaerei della classe omonima della Marina imperiale giapponese che combatté durante la seconda guerra mondiale. Fu varata come veloce e lussuosa nave passeggeri con il nome di Idzumo Maru dalla Nippon Yusen Kaisha (la Compagnia delle navi a vapore delle Poste giapponesi dell'epoca), ma fu acquistata dal governo assieme alla nave gemella nel 1940 e convertita in portaerei. La gemella divenne la portaerei Junyo, la Idzumo Maru prese invece proprio il nome di Hiyo. Il ponte di volo fu costruito a tribordo e il fumaiolo fu fortemente inclinato verso l'esterno per migliorare la visibilità sul ponte di volo stesso.
affondata il 21 giugno 1944 durante la battaglia del mare delle Filippine
Caratteristiche generali
Dislocamento
26949 t
Lunghezza
219,33m
Larghezza
globale: 26,70m
Pescaggio
8,15m
Propulsione
sistema di turbine
56520 shp
Velocità
25nodi (46km/h)
Equipaggio
1224 ufficiali e marinai
Armamento
Armamento
12 cannoni da 5" (130 mm)/55 , fino a 76 mitragliere antiaeree da 25 mm, 6 x 28 lanciarazzi antiaerei da 5" (130 mm)
Mezzi aerei
53
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Servizio
La Hiyo combatté nella guerra del Pacifico, iniziando la guerra con una dotazione di dodici cacciaMitsubishi A6MZero, diciotto bombardieri in picchiata Aichi D3A "Val" e aerosilurantiNakajima B5N "Kate". Nel novembre del 1942, fu danneggiata due volte dai raid aerei americani a Truk, poi nell'aprile 1943 fu danneggiata gravemente ancora a Truk. Il 10 giugno dello stesso anno, fu colpita da un numero variabile tra due e quattro di siluri provenienti dal sottomarino statunitense USS Trigger (SS-237). Fu quindi scortata a Yokosuka dal cacciatorpediniere Iusuku per essere riparata. Nel dicembre 1943 trasportò aerei a Singapore, Saipan e Truk. Nel corso della battaglia del mare delle Filippine infine, la Hiyo venne attaccata (il 21 giugno 1944) da quattro TBF Avenger provenienti dalla USS Belleau Wood (CVL-24).[2] Colpita da due siluri, si incendiò e, a causa di successive esplosioni, affondò alle coordinate 15°30′N133°50′E.[3][4] Durante la catastrofe, 1200 uomini furono messi in salvo grazie ad alcuni cacciatorpediniere nei paraggi, ma 247 uomini (tra cui anche alcuni ufficiali) sono morti a bordo della nave.[3]
Comandanti
Ufficiale capo durante l'equipaggiamento - comandante Akitomo Beppu - 15 novembre 1941 - 31 luglio 1942
comandante Akitomo Beppu - 31 luglio 1942 - 30 novembre 1942
comandante Michio Sumikawa - 30 novembre 1942 - 1º settembre 1943
comandante Izumi Furukawa - 1º settembre 1943 - 15 febbraio 1944
comandante Toshiyuki Yokoi - 16 febbraio 1944 - 20 giugno 1944
Note
Silverstone, p. 329.
Brown, pp. 252, 257–261.
Tully & Casse.
Lengerer & Rehm-Takahara, p. 193.
Bibliografia
Gino Galuppini, La portaerei: storia tecnica e immagini dalle origini alla portaerei atomica, Roma, Arnoldo Mondadori Editore, 1979, ISBN non esistente.
J. D. Brown, Operazioni a cui prese parte nella Seconda guerra mondiali, Annapolis, Maryland, Naval Institute Press, 2009, ISBN978-1-59114-108-2.
Ikuhiko Hata, Yasuho Izawa e Christopher Shores, Unità di combattimento dell'aeronautica e marina militare giapponese del 1932-1945, London, Grub Street, 2011, ISBN978-1-906502-84-3.
Hansgeorg Jentschura, Dieter Jung e Peter Mickel, Navi da guerra della Marina imperiale giapponese, 1869-1945, Annapolis, Maryland, United States Naval Institute, 1977, ISBN0-87021-893-X.
Hans Lengerer e Tomoko Rehm-Takahara, The Japanese Aircraft Carriers Junyo and Hiyo, in Lambert, Andrew (a cura di), Navi da guerra del IX° secolo, London, Conway Maritime Press, 1985, pp.9–19, 105–114, 188–193, ISBN978-0-85177-403-9.
John B. Lundstrom, The First Team and the Guadalcanal Campaign, Annapolis, Maryland, Naval Institute Press, 2005, ISBN1-59114-472-8.
Norman Polmar e Minoru Genda, Aircraft Carriers: A History of Carrier Aviation and Its Influence on World Events: 1909–1945, I, Washington, D.C., Potomac Books, 2006, ISBN978-1-57488-663-4.
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