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Il volo Korean Air Lines 007 (noto anche con le sigle KAL007 e KE007[2]) era un volo civile di linea sudcoreano da New York a Seul via Anchorage. Il 1º settembre 1983 l'aereo di linea in servizio fu abbattuto da un intercettore sovietico nei pressi dell'isola Moneron, a ovest dell'isola di Sachalin, nel mar del Giappone. Nel disastro morirono 269 persone.[3][4]

Volo Korean Air 007
Una ricostruzione grafica del velivolo.
Tipo di eventoAbbattimento da parte di un missile aria-aria
Data1º settembre 1983
TipoAereo
LuogoVicino all'isola di Moneron, a ovest dell'isola di Sachalin
Stato Unione Sovietica
Coordinate46°34′00″N 141°17′00″E
Numero di voloKE007
Tipo di aeromobileBoeing 747-230
OperatoreKorean Air Lines
Numero di registrazioneHL7442
PartenzaAeroporto internazionale John F. Kennedy, New York, Stati Uniti
Scalo intermedioAeroporto Internazionale di Anchorage-Ted Stevens, Alaska, Stati Uniti
DestinazioneAeroporto Internazionale di Seul-Gimpo, Corea del Sud
Occupanti269
Passeggeri240
Equipaggio29
Vittime269
Feriti0
Sopravvissuti0
Mappa di localizzazione
Dati estratti da Aviation Safety Network[1]
voci di incidenti aerei presenti su Wikipedia

Al momento dell'abbattimento, l'aereo si trovava a circa 300 miglia nautiche a nord-ovest della rotta di volo prevista ed aveva sorvolato una delle aree militari più sensibili al mondo, la penisola di Kamčatka, di fatto violando lo spazio aereo sovietico.[5] Fu abbattuto alle ore 03:26 del 1º settembre 1983, ora locale, da un caccia Su-15TM Flagon F dell'aeronautica sovietica (V-VS) al cui comando si trovava il maggiore Gennadij Nikolaevič Osipovič (Геннадий Николаевич Осипович).[6] Il Boeing 747 fu colpito da due AA-3 Anab, uno a guida radar che squarciò la coda (e quindi i sistemi idraulici), e uno a guida infrarossa che fece esplodere uno dei quattro motori.[1]


Partenza


La mappa mostra la divergenza della rotta effettivamente seguita (linea continua) da quella programmata (linea tratteggiata).
La mappa mostra la divergenza della rotta effettivamente seguita (linea continua) da quella programmata (linea tratteggiata).

Il volo KE 007 (registrato come HL7442), un Boeing 747-200, aveva iniziato il suo viaggio il 31 agosto alle ore 04:05, ora di Greenwich, dall'Aeroporto Internazionale John F. Kennedy di New York, e aveva a bordo 240 passeggeri e 29 membri dell'equipaggio. Arrivò ad Anchorage alle ore 11:30 (GMT). Dopo il rifornimento di combustibile, l'aereo ripartì per Seul alle 13:00 (GMT), ore 03:00 locali, del 1º settembre.

L'equipaggio era costituito da personale di grande esperienza con molte ore di volo alle spalle a bordo dei 747. Chun Byung In, il comandante, era stato pilota di caccia dell'aeronautica coreana e vantava un'esperienza di 10.600 ore di volo, 6 618 delle quali proprio sul 747. Godeva di grande stima ed era stato scelto come pilota personale del presidente coreano. Il copilota, Son Dung Hui era anche lui un ex militare ed aveva circa 9 000 ore di volo alle spalle. Il tecnico, Kim Eui Dong, aveva accumulato 4 000 ore di cui 2 614 sul 747.

Sembra pertanto difficile credere che un equipaggio composto da personale tanto esperto possa aver sbagliato la programmazione del complesso sistema di navigazione inerziale (INS) del Boeing, anche se a tutt'oggi nessuno sa esattamente cosa avvenne in cabina di pilotaggio prima del decollo da Anchorage. All'epoca i dati per il volo venivano solitamente inseriti nella strumentazione INS con una cassetta pre-programmata, mentre più raramente venivano inserite manualmente le coordinate dei punti salienti della rotta.[7] Nonostante la complessa strumentazione, il volo KAL 007 volò più ad ovest del previsto, sorvolando la penisola di Kamčatka e quindi passando sopra il mare di Ochotsk attraverso l'isola di Sachalin, violando pertanto lo spazio aereo sovietico.

Un incidente simile, ma con conseguenze decisamente meno gravi, era avvenuto nell'aprile del 1978, quando un caccia sovietico aveva aperto il fuoco con il cannone sul volo KAL 902, dopo che questo aveva sconfinato sulla penisola di Kola: rimasero uccisi due passeggeri e l'aeroplano fu costretto a eseguire un atterraggio di fortuna su un lago ghiacciato.[8][9] Le ricerche della causa dello sconfinamento furono rese complicate dal rifiuto delle autorità sovietiche di restituire la scatola nera dell'aereo. Restò, pertanto, all'epoca un mistero su quali fossero le cause che avevano portato fuori rotta sia il volo KAL 007 sia il volo KAL 902.

Ciò nonostante, fu appurato che, dopo la violazione dello spazio aereo da parte del volo KAL 007, le autorità sovietiche avevano fatto decollare due Su-15TM e altrettanti MiG-23 per intercettare l'apparecchio.[10] Alle 18:26 GMT, uno dei due Su-15 della base di Dolinsk-Sokol abbatté il velivolo. Il 747 si inabissò a 55 km dall'isola Moneron, causando la morte di tutti gli occupanti. I rapporti iniziali circa un atterraggio forzato a Sachalin, divulgati dalle autorità sovietiche, furono presto smentiti, mentre per diversi anni, da parte delle stesse autorità, non fu chiarito se le scatole nere fossero state recuperate o meno.[11]

In seguito a questo accaduto, l'ICAO (International Civil Aviation Organization, organizzazione internazionale dell'aviazione civile) condusse due inchieste sull'incidente. La prima cominciò all'indomani dell'evento, mentre la seconda fu avviata otto anni più tardi, dopo di che le scatole nere furono restituite nel 1993 dall'amministrazione El'cin. Entrambe conclusero che il sorvolo da parte del Boeing dello spazio aereo sovietico era stato accidentale. L'autopilota era impostato sia in modalità direzionale che in modalità INS (Inertial Guidance System, sistema di guida inerziale). L'errore era stato dovuto, probabilmente, a un'errata impostazione della direzione che aveva indirizzato il veicolo su una rotta che lo portò a violare lo spazio aereo sovietico, a cui si aggiunse, probabilmente, la distrazione da parte sia dell'equipaggio sia del personale addetto al controllo del traffico aereo, che, non accorgendosi in tempo della violazione, non poterono evitare la sciagura.

Il principale testimone dell'incidente, il pilota dell'intercettore sovietico che abbatté l'aereo, in seguito confermò che non era stata seguita la procedura internazionale per l'intercettazione e che le autorità militari gli avevano ordinato di riferire in televisione di aver sparato colpi di avvertimento, cosa non avvenuta. I sovietici affermarono, in via ufficiale, di aver cercato un contatto con il Boeing sulle radiofrequenze di emergenza, senza ottenere risposta. D'altra parte, però, nessun aereo e nessun controllore di volo che aveva questi canali aperti in quei momenti ha registrato alcun messaggio sovietico.


Clima politico


Un intercettore Sukhoi Su-15TM simile a quello che abbatté il volo KAL 007
Un intercettore Sukhoi Su-15TM simile a quello che abbatté il volo KAL 007

Un ruolo non secondario nel determinare la sciagura aerea lo ha certamente giocato anche il clima politico dell'epoca e le tensioni che vi erano tra le due superpotenze. L'amministrazione Reagan aveva aumentato considerevolmente il budget per la difesa. Per Mosca la strategia del nuovo presidente statunitense era quella di lasciare indietro l'Unione Sovietica nella corsa agli armamenti, costringendo il Patto di Varsavia ad aumentare gli stanziamenti per le armi, con la conseguenza di ritardarne lo sviluppo economico e di seminare discordia al suo interno.

Era radicata, inoltre, in molti funzionari di Mosca, la paura di un attacco nucleare preventivo da parte degli USA. Il 9 settembre, a Mosca si tenne una conferenza stampa di due ore, in cui il capo di Stato Maggiore, Maresciallo Nikolaj Ogarkov, illustrò la versione sovietica secondo cui una commissione statale avrebbe "dimostrato in modo inconfutabile" che l'intrusione del volo KAL 007 nello spazio aereo sovietico era deliberata e diretta dai servizi di informazione occidentali.

In risposta alle affermazioni fatte dalla autorità sovietiche, Reagan fece diffondere dalla televisione uno speciale sull'accaduto comprendente estratti di comunicazioni intercettate dai servizi segreti, tra cui i dialoghi tra il pilota sovietico e il comando al suolo per dimostrare che era assolutamente impossibile per il caccia scambiare il velivolo civile per un aereo di sorveglianza militare. L'ambasciatore statunitense alle Nazioni Unite, Jeane Kirkpatrick, mostrò un'altra serie di registrazioni intercettate ai sovietici in una presentazione audiovisiva alle Nazioni Unite. Nonostante le diverse prove presentate da parte statunitense, nessuna di esse poté provare con certezza che i sovietici avessero identificato il KAL 007 come un aereo civile.[12]


Elenco vittime


NazionalitàVittime
 Corea del Sud105 *
 Stati Uniti62
 Giappone28
Taiwan23
Filippine16
Hong Kong12
 Canada8
 Thailandia5
 Australia2
 Regno Unito2
 Rep. Dominicana1
 India1
 Iran1
 Malaysia1
 Svezia1
 Vietnam1
Totale269

Le cause del disastro


Molte personalità politiche sovietiche approfittarono delle informazioni contrastanti che furono pubblicate riguardo all'incidente, incluso Gorbačëv, che in piena glasnost', assicurò agli occidentali che «Queste scatole nere semplicemente non esistono».

Nel corso dei primi mesi del 1992 l'allora presidente El'cin decise di riaprire il caso del volo KAL 007.[13] Furono quindi reperite negli archivi dei servizi segreti le scatole nere ed altri rapporti del Ministero della Difesa. El'cin consegnò i rapporti nell'ottobre dello stesso anno, mentre nel gennaio del 1993 le scatole nere furono consegnate ad una commissione per la sicurezza del volo delle Nazioni Unite, presso la sede di Montréal dell'ICAO. Il rapporto finale dell'ICAO fu pubblicato il 14 giugno 1993.

Secondo quanto appurato dalla commissione di inchiesta la catena di eventi che portò al disastro cominciò poco prima del decollo, quando l'equipaggio scelse la modalità dell'autopilota che doveva seguire la direzione magnetica (Magnetic Heading Mode) per arrivare in Alaska. Infatti all'epoca, per raggiungere Anchorage, non era richiesto di seguire un particolare corridoio aereo. Quando poi i piloti giunsero alla prima destinazione, programmarono il sistema inerziale (INS), ma probabilmente si dimenticarono di attivarlo o lo attivarono solo in seguito, durante il volo. Secondo il resoconto del rapporto dovrebbe essere stata questa la causa che portò l'apparecchio fuori rotta. Sempre secondo quanto emerso dai dati forniti dalle scatole nere, queste ultime mostrano che l'autopilota controllava il volo con la direzione magnetica a partire da quattro minuti dopo il decollo fino a che il velivolo venne colpito dal missile sovietico.

Nonostante l'impatto mediatico di tale evento e le precauzioni che furono prese in seguito dagli equipaggi che percorrevano questa rotta, in un incidente avvenuto poco dopo di questo, un 747 sforò di 60 miglia nautiche la rotta prevista in appena due ore. Un anno dopo, un charter della Southwest Pacific Airlines sul Polo Nord diretto in Europa uscì di rotta di un migliaio di miglia nautiche in direzione dello spazio aereo sovietico prima che l'equipaggio si rendesse conto di non ricevere nessun segnale radio di quelli previsti.


Tesi alternative


Dopo poche settimane dall'abbattimento, alcune unità della flotta sovietica riuscirono a recuperare le scatole nere e alcuni rottami dall'oceano, in acque internazionali a ovest della costa dell'isola di Sachalin. Mentre le autorità militari di Mosca insistevano sul fatto che l'aereo di linea fosse stato deviato da un pilota della CIA[5] e che l'attacco sovietico era giustificato dalla mancata risposta dell'aereo intruso ai segnali di avvertimento, molti altri mezzi d'informazione giocarono a favore dei sovietici: un produttore di documentari londinese affermò di aver prove che la tragedia del KAL 007 fosse da imputare alla CIA.


La missione di spionaggio


Una delle ipotesi alternative vede al centro una missione di spionaggio condotta da un Boeing RC-135, oppure da un Boeing KC-135 destinato a rifornire altri aerei, e da uno o più EF-111 che volavano nascosti dalla grande traccia radar del Boeing.[14] L'analisi di vari elementi, tra cui tempi, tracce radar e rotte, ha portato taluni a ipotizzare che il velivolo abbattuto dagli aerei sovietici fosse l'RC-135 e non il KAL 007. Nella stessa zona sarebbero poi avvenuti altri combattimenti tra due MiG 23 (nominativi radar 121 e 163) e velivoli intrusi, alcuni supersonici (forse gli EF-111), tre dei quali sarebbero stati abbattuti tra le 18:24 e le 18:42.[14] Il volo KAL 007 avrebbe quindi raggiunto lo spazio aereo giapponese, e sarebbe stato abbattuto o fatto sparire dalla CIA per eliminare gli scomodi testimoni dello scontro aereo.[14]


Comitato per il rilascio dei sopravvissuti del volo KAL 007


HL7442, l'aereo coinvolto, in fase di atterraggio all'aeroporto di Zurigo nel 1980
HL7442, l'aereo coinvolto, in fase di atterraggio all'aeroporto di Zurigo nel 1980

Il 22 gennaio 2001 si è costituito un comitato per il rilascio dei sopravvissuti del volo KAL 007 sotto la presidenza di Bert Schlossberg, genero di Alfredo Cruz, uno dei passeggeri. Il Comitato nacque sulla base di nuove informazioni emerse dopo la fine dell'URSS e ottenute da ex personale militare della stessa, secondo le quali il Boeing 747 non sarebbe esploso o precipitato, ma, dopo essere stato colpito, avrebbe effettuato un atterraggio d'emergenza sulle acque al largo dell'isola Moneron. I sopravvissuti sarebbero quindi stati recuperati dalla guardia costiera del KGB per essere poi internati, mentre eventuali cadaveri recuperati avrebbero ricevuto sepoltura anonima. A suffragare questa tesi vi sarebbe lo studio effettuato dal presidente del comitato sulle comunicazioni di bordo, sulla cronologia dei fatti data dal pilota sovietico del caccia intercettatore, e sullo studio della rotta e delle ultime manovre seguite dal Boeing 747.[15]

A questo si aggiunge il fatto (la cui rilevanza dipende dal credito riconoscibile alle dichiarazioni ufficiali rilasciate dai sovietici subito dopo l'incidente) secondo cui sul luogo dell'incidente non sarebbe stata trovata alcuna salma o brandello umano, e nemmeno le valigie dei passeggeri. La teoria del Comitato dei parenti delle vittime si lega in modo stretto all'ipotesi che il volo KAL 007 sia stato deliberatamente attaccato dall'URSS, che sarebbe stata al corrente della presenza tra i passeggeri di Lawrence "Larry" Patton McDonald, deputato del Congresso e politico statunitense di spicco, notoriamente anticomunista, che, tra l'altro, era diretto a Seul per l'anniversario del patto di alleanza tra USA e Corea del Sud in chiave, appunto, antisovietica.[16]

Il sito ufficiale del Comitato non ha ricevuto più aggiornamenti dal 2009, e i suoi indirizzi e-mail di riferimento risultano essere inattivi. Tuttavia, nella sua pagina Facebook, il 4 luglio 2016, Bert Schlossberg ha sostenuto di essere in possesso di presunte prove che la commissione Affari Esteri del Senato, diretta da Jesse Helms, avrebbe progettato il salvataggio del deputato Larry McDonald, incaricando del compito un'apposita task force, che, però, non sarebbe potuta entrare in azione con successo.


Il volo Korean Air Lines 007 nei media



Note


  1. Harro Ranter, ASN Aircraft accident Boeing 747-230B HL7442 Sakhalinsk [Okhotsk Sea], su aviation-safety.net. URL consultato il 25 gennaio 2020.
  2. La sigla KAL 007 è utilizzata dal controllo del traffico aereo, mentre il sistema di prenotazione utilizza KE 007.
  3. Sette storie di aerei civili abbattuti per sbaglio, su ilpost.it, 19 luglio 2014. URL consultato il 19 luglio 2014.
  4. Johnson, p. 6.
  5. Sputnik, The Truth and Lies about the South Korean Airliner.
  6. Maier, KAL 007 Mystery.
  7. KAL autopilot modes (PDF), su ti.arc.nasa.gov.
  8. "The Worst, But Not The First." Time 122.11 (1983): 21. Academic Search Premier. Web. 9 November 2012.
  9. "The Mystery Of Flight 902 Why Did A South Korean Jet Make a 180° Turn over the Arctic?." Time 111.18 (1978): 35. Academic Search Premier. Web. 9 November 2012.
  10. Degani, 2001.
  11. Appendix F, ICAO 83.
  12. Ball, pp. 42–46.
  13. Ross, East Asia in Transition: Toward a New Regional Order.
  14. L'abbattimento del volo KE 007, in Take Off - L'aviazione, n. 3, De Agostini, 1995, p. 11.
  15. KAL Flight 007 Remembered, su thenewamerican.com, 1º settembre 2008. URL consultato il 19 luglio 2014.
  16. Rescue 007 Home.
  17. rudepravda

Bibliografia



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[de] Korean-Air-Lines-Flug 007

Korean-Air-Lines-Flug 007 war die Flugnummer einer zivilen Boeing 747 der Korean Air Lines, die durch einen sowjetischen Abfangjäger wegen Verletzung des Luftraumes am 1. September 1983 über internationalen Gewässern westlich der Insel Sachalin abgeschossen wurde. Alle 269 Personen an Bord kamen zu Tode.

[en] Korean Air Lines Flight 007

Korean Air Lines Flight 007 (KE007/KAL007)[note 2] was a scheduled Korean Air Lines flight from New York City to Seoul via Anchorage, Alaska. On 1 September 1983, the flight was shot down by a Soviet Sukhoi Su-15 interceptor. The Boeing 747 airliner was en route from Anchorage to Seoul, but owing to a navigational mistake made by the crew, the airliner drifted from its original planned route and flew through Soviet prohibited airspace around the time of a U.S. aerial reconnaissance mission. The Soviet Air Forces treated the unidentified aircraft as an intruding U.S. spy plane, and destroyed it with air-to-air missiles, after firing warning shots which were probably not seen by the KAL pilots. The Korean airliner eventually crashed in the sea near Moneron Island west of Sakhalin in the Sea of Japan. All 269 passengers and crew aboard were killed, including Larry McDonald, a United States representative. The Soviet Union found the wreckage under the sea two weeks later on September 15 and found the flight recorders in October, but this information was kept secret until 1992.

[fr] Vol Korean Air Lines 007

Le 1er septembre 1983, le Boeing 747 assurant le vol Korean Air Lines 007 reliant New York à Séoul via Anchorage dévie de sa route prévue et entre dans un espace aérien soviétique interdit. Il est abattu par un avion de chasse Soukhoï Su-15 de la défense aérienne soviétique à proximité de l'île Moneron, à l'ouest de l'île de Sakhaline en Russie[2]. Aucun survivant n'est retrouvé parmi les 269 passagers et membres d'équipage, au nombre desquels figure le représentant américain Larry McDonald[3].
- [it] Volo Korean Air Lines 007

[ru] Катастрофа Boeing 747 над Сахалином

Катастрофа Boeing 747 над Сахалином — крупная авиационная катастрофа, произошедшая в ночь на четверг 1 сентября 1983 года и ставшая 15-й из крупнейших в мире. Авиалайнер Boeing 747-230B авиакомпании Korean Air Lines (KAL) выполнял плановый межконтинентальный рейс KE007 (позывной — KAL 007) по маршруту Нью-Йорк—Анкоридж—Сеул; его полёт до Сеула должен был проходить над нейтральными водами Тихого океана, но самолёт по неустановленной причине отклонился вправо от назначенного курса. Спустя некоторое время лайнер настолько отклонился на запад, что вошёл в закрытое воздушное пространство СССР, после чего пролетел над Камчаткой (пройдя ряд военных объектов) и затем над островом Сахалин, где был перехвачен, а затем сбит истребителем Су-15ТМ ВВС СССР, после чего рухнул в пролив Лаперуза в 37 километрах к юго-западу от Сахалина. Погибли все находившиеся на его борту 269 человек — 246 пассажиров и 23 члена экипажа.



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