Il Vickers Wellington era un bombardiere medio bimotore inglese, realizzato sul finire degli anni trenta; largamente impiegato nel corso della seconda guerra mondiale, fu costruito in oltre 11 000 esemplari, caratterizzato dall'inusuale struttura geodetica, sviluppata dal celebre ingegnere ed inventore britannico Barnes Wallis, che garantiva al velivolo un'eccezionale robustezza, già sperimentata con il precedente Vickers Wellesley.
Vickers Wellington | |
---|---|
Un Vickers Wellington Mk.I in volo. | |
Descrizione | |
Tipo | Bombardiere |
Equipaggio | 6 |
Progettista | Reginald K. Pierson |
Costruttore | Vickers-Armstrongs |
Data primo volo | 15 giugno 1936 |
Data entrata in servizio | 1938 |
Utilizzatore principale | Royal Air Force |
Altri utilizzatori | Royal Canadian Air Force Polemikí Aeroporía Fleet Air Arm |
Esemplari | 11 461 |
Altre varianti | Vickers Warwick Vickers VC.1 Viking |
Dimensioni e pesi | |
Tavole prospettiche | |
Lunghezza | 19,68 m (64 ft 7 in) |
Apertura alare | 26,26 m (96 ft 0 in) |
Altezza | 5,31 m (17 ft 5 in) |
Superficie alare | 78,04 m² (840 ft²) |
Carico alare | 168 kg/m² (34 lb/ft²) |
Peso a vuoto | 8 417 kg (18 556 lb) |
Peso max al decollo | 12 955 kg (28 500 lb) |
Propulsione | |
Motore | due radiali Bristol Hercules XI, a 14 cilindro |
Potenza | 1 050 hp (783 kW) |
Prestazioni | |
Velocità max | 378 km/h (235 mph, 204 kt) |
Autonomia | 4 106 km (2 550 mi, 2 217 nm) |
Tangenza | 5 490 m (18 000 ft) |
Armamento | |
Mitragliatrici | 8 da 7,7 mm |
Bombe | 2 041 kg (4 500 lb) |
Note | dati riferiti alla versione Mk.IC |
Dati tratti da Vickers Aircraft since 1908[1]. | |
voci di aerei militari presenti su Wikipedia |
Caratterizzato dalla sigla interna Type 271, il velivolo fu inizialmente chiamato Crecy (dal luogo in cui si svolse una battaglia della guerra dei cent'anni). Il nome definitivo fu in onore del primo duca di Wellington, che sconfisse Napoleone Bonaparte nella Battaglia di Waterloo.[2]
Il velivolo fu soprannominato Wimpy dal nome di un personaggio dei cartoni animati: J. Wellington Wimpy (semplificato in Wimpy) era il nome originale di Poldo Sbaffini.
Il progetto del Wellington nacque sulla base della specifica dell'Air Ministry n° B.9/32 che chiedeva un bombardiere pesante (stanti gli standard dell'epoca)[2]. La specifica, sulla base della quale ebbe origine anche l'Handley Page HP.52 Hampden, prevedeva un velivolo con motori Rolls-Royce Goshawk o Bristol Mercury, per sostituire il Boulton Paul Sidestrand per i bombardamenti della Royal Air Force. Successive modifiche consentirono di impiegare, fin dal primo prototipo, i motori Bristol Pegasus.
Il primo volo ebbe luogo il 15 giugno del 1936 e meno di due mesi dopo la Vickers ricevette un primo ordine per 180 esemplari.
Pur funestato da un incidente durante i collaudi (nell'aprile del 1937), lo sviluppo del Wellington procedette spedito ed il 23 dicembre del 1937 volò il primo degli esemplari di serie. Furono necessarie modifiche sostanziali al progetto iniziale che riguardarono la revisione completa dei piani verticali (ampliati considerevolmente), l'adozione di torrette per le mitragliatrici e un ruotino di coda retrattile.
Al termine delle prove, mentre erano già stati ordinati altri esemplari della prima serie (tanto da far realizzare un nuovo stabilimento produttivo a Chester in aggiunta a quello originario di Weybridge), nell'ottobre del 1938 divenne operativo il primo reparto del Bomber Command, il 9th Squadron, di base a Scampton (nel Lincolnshire)[2].
Lo sviluppo del Wellington procedette con la versione Mark II, il cui prototipo venne portato in volo il 3 marzo del 1939: invariata nella struttura, era equipaggiata con motori Rolls-Royce Merlin in quanto si temeva che le richieste dei Pegasus potessero eccedere la disponibilità. Tuttavia, con la guerra ormai alle porte, anche i Merlin (che equipaggiavano i Battle, gli Hurricane, gli Spitfire ed i Fulmar) ebbero gli stessi problemi, influenzando di conseguenza anche le consegne dei Wellington: i Mk II equipaggiarono il primo reparto (il 12th Squadron, a Binbrook) solo nell'ottobre del 1940[2].
Nelle versioni successive del 1941, si diversificarono i propulsori: la versione Mk III ebbe motori radiali Bristol Hercules XI, e la Mk IV montò gli statunitensi Pratt & Whitney Twin Wasp.
Nuove richieste dell'Air Ministry (specifica B.23/39) prevedevano la realizzazione di un bombardiere in grado di operare a quote tanto elevate da evitare la contraerea e i caccia avversari[2]. Nacque così la versione Mk V, priva di armamento, muso completamente nuovo e cabina pressurizzata. Nelle prime prove il velivolo non riuscì a raggiungere le quote operative richieste (in un secondo tempo fu anche estesa l'apertura alare, con risultati scarsi) e la versione non ebbe seguito.
Scarsa fortuna ebbe anche la successiva Mk VI: dotati di motori Merlin questi Wellington erano in grado di operare alle quote previste ma nel frattempo anche la caccia tedesca si era dotata di mezzi altrettanto capaci. I Mk VI quindi furono impiegati per lo svolgimento dei primi test con il radar OBOE, sul finire del 1941[2].
Dopo l'abbandono dello sviluppo della serie Mk VII (destinata nelle intenzioni ad alloggiare motori Merlin), la versione successiva del Wellington fu progettata per l'impiego nel Coastal Command: la variante Mk VIII era infatti destinata alla ricognizione marittima. Strutturalmente analoga alla versione Mk IC, con la quale condivideva anche i motori Pegasus e dalle cui linee di montaggio provenne circa la metà degli esemplari costruiti[2], la Mk VIII era equipaggiata con un radar ASV Mk II (con le sue caratteristiche antenne montate sul dorso della fusoliera), sviluppato per la ricerca dei sommergibili che navigavano in emersione. Il primo Wellington Mk VIII venne consegnato ai reparti nell'aprile del 1942.
Nel frattempo procedevano gli sviluppi sulle versioni da bombardamento e nel 1943 divenne operativa la versione Mk X, la versione prodotta nel maggior numero di esemplari e l'ultima espressamente destinata al Bomber Command; dotati di motori Bristol Hercules, i velivoli di questa serie furono forniti a 20 Squadron di prima linea e ad altri 25 reparti impegnati nella conversione operativa degli equipaggi.
Da questo momento tutte le nuove versioni del Wellington (soppiantato da macchine di concezione più moderna nei reparti da bombardamento) andarono alla ricognizione marittima ed alla lotta antisommergibile. Nacquero così le versioni Mk XI (con motori radiali Hercules e radar ASV Mk III), Mk XII (dotato di radar ASV Mk III installato a prua e di faro da ricerca Leigh light), Mk XIII (nuovamente dotato di radar ASV Mk II e con motori Hercules più potenti) e Mk XIV (con radar ASV Mk III e gli stessi motori del Mk XII).
Questi velivoli furono gli ultimi a venire prodotti in serie; da questo momento lo sviluppo di nuove versioni servì soprattutto a definire cellule destinate a testare nuovi motori, tra cui i primi turbogetti realizzati da Frank Whittle e (era il 1948) i turboelica Rolls-Royce Dart.
La principale caratteristica del Wellington era la sua struttura geodetica; sviluppata da Barnes Wallis (ingegnere bellico, inventore tra l'altro delle bombe rimbalzanti) nella costruzione di dirigibili, era già stata impiegata nel bombardiere leggero Vickers Wellesley.
Con la struttura geodetica, la fusoliera e l'ala del velivolo sono interamente composte da elementi in duralluminio collegati fra loro secondo linee geodetiche: ne risulta che l'intreccio di questi elementi costituisce contemporaneamente sia la forma che la struttura portante del velivolo[3].
Allo scheletro così realizzato, nel Wellington veniva poi incollato un rivestimento in tela ricoperto con lacca a base di nitrocellulosa.
I vantaggi ottenuti consistevano nella leggerezza della struttura, nella disponibilità di spazio determinata dalla presenza di parti completamente cave (in particolare le ali)[3] e nella capacità di sopportare i danni dei proiettili. Per contro si registrava la necessità di una revisione sostanziale della struttura per realizzare qualsiasi tipo di modifica alla cellula.
Il Wellington ebbe diverse motorizzazioni, soprattutto in previsione della notevole quantità di propulsori di cui necessitava all'epoca l'industria aeronautica britannica.
I più utilizzati furono i radiali Bristol Hercules, installati sulle versioni costruite nel maggior numero di esemplari (Mk IC e Mk X); il motore a V maggiormente impiegato fu invece il Rolls-Royce Merlin, già diffuso su molti altri velivoli.
Il carico offensivo trasportabile (che rimase invariato nel corso della vita operativa del Wellington) consisteva in 4 500 lb di bombe (2 041 kg). Nella versione GR Mk XII, la struttura del velivolo fu predisposta per accogliere due siluri da 457 mm[2].
L'armamento difensivo era costituito, nelle prime versioni, da 6 mitragliatrici da 7,7 mm disposte in tre torrette (prodiera, caudale, ventrale). Le torrette potevano essere Vickers o Nash & Thomson (a seconda del costruttore) ed inizialmente si optò per le prime per le postazioni alle estremità della fusoliera. All'atto pratico le torrette Vickers si rivelarono scarsamente funzionali[2] e furono soppiantate dalle Nash & Thomson servoassistite.
In tempi successivi la torretta ventrale fu abbandonata e le mitragliatrici spostate in fusoliera (una per lato), mentre la postazione di coda fu dotata di quattro armi del medesimo calibro).
Il Wellington fu tra i primi velivoli britannici ad utilizzare il radar; in particolare le versioni destinate all'impiego nel Coastal Command utilizzavano apparati ASV (Air to Surface Vessel, per la ricerca di navi in superficie) nelle varianti Mk II e Mk III[4], il cui utilizzo era integrato (nelle missioni notturne) da quello della lampada di ricerca, nota come Leigh Light (dal nome del suo inventore, Humphrey de Verd Leigh, Wing Commander della RAF). La presenza del radar ASV Mk II era evidenziata dalla caratteristica serie di antenne disposte sul dorso della fusoliera.
La vita operativa dei Wellington ebbe inizio fin dai primi giorni di guerra: il 4 settembre 1939[5], insieme ad alcuni Bristol Blenheim, effettuarono la prima missione di bombardamento contro unità della Kriegsmarine alla fonda nei pressi di Brunsbüttel (all'imbocco del Canale di Kiel). Avversata dalle condizioni meteorologiche e dalla difesa contraerea[2], la missione non portò risultati significativi e due Wellington furono abbattuti.
Per i tre mesi successivi i Wellington effettuarono una lunga serie di missioni di bombardamento diurne[5], ultima delle quali fu quella del 18 dicembre: 24 Wellington (9th, 37th e 149th Squadron) bombardarono Wilhelmshaven e la vicina rada di Schillig (nel comune di Wangerland)[2]. Identificati dal radar lungo il percorso di avvicinamento, i bombardieri vennero intercettati dai caccia nemici (Messerschmitt Bf 109 e Bf 110): attaccati dal basso (zona non sufficientemente protetta dalla postazione ventrale di due mitragliatrici), dieci Wellington furono abbattuti ed altri tre gravemente danneggiati.
Da questo momento i Wellington furono destinati alle missioni notturne, facendosi valere per affidabilità e robustezza. Fu da uno di questi bimotori che venne sganciata per la prima volta la bomba dirompente da 4 000 lb (1 800 kg) ad alta concentrazione di amatolo (definita all'epoca "Blockbuster", "spiana-isolati", per le sue capacità distruttive).
Degno di essere ricordato è l'impiego di circa 600 Wellington nel raid avvenuto la notte del 30 maggio 1942 nei cieli di Colonia, primo della serie di incursioni dei mille bombardieri (The thousand bomber raid, nome in codice Operation Millennium)[6].
L'impiego dei Wellington avvenne su tutti i fronti e con i reparti di molte delle forze alleate, comprese le forze aeree di Francia, Polonia e Cecoslovacchia ricostituite in appositi reparti della RAF. Nel 1946, durante la guerra civile greca, i Wellington vennero utilizzati dalla RAF durante il suo coinvolgimento nel conflitto e successivamente dati in consegna all'aeronautica militare greca.
Con il passare del tempo il Wellington venne affiancato e poi sostituito dai nuovi bombardieri pesanti (quadrimotore) che entravano in servizio nel Bomber Command (i vari Avro 683 Lancaster, Handley Page Halifax, Boeing B-17 Flying Fortress e Consolidated B-24 Liberator), ma rimase operativo fino alla fine del conflitto: infatti, se nel Sud-est asiatico la sua carriera ebbe termine nel corso del 1944, il teatro europeo lo vide impegnato fino agli ultimi giorni di guerra, tanto che l'ultima missione con il Bomber Command venne compiuta il 13 marzo del 1945 con il bombardamento di Treviso (ad opera del 40th Squadron)[2].
Come già visto, fin dall'inizio del conflitto i Wellingon vennero impiegati in teatri prevalentemente marittimi oppure vennero destinati a compiti del tutto particolari.
Nel 1940, con la trasformazione di un esemplare di Mk I da bombardamento, venne studiato un sistema che potesse far esplodere le mine magnetiche disseminate dal nemico. Denominato DWI Mk I (sigla che, in modo del tutto ingannevole, avrebbe dovuto significare Directional Wireless Installation, in pratica una sorta di installazione radiogoniometrica) il velivolo era equipaggiato con un cerchio in duralluminio collegato ad un potente generatore, una soluzione simile all'anello Mausi di produzione tedesca[7]. Il campo magnetico così realizzato veniva utilizzato per far detonare le mine mediante passaggi a bassa quota nelle zone potenzialmente minate[2]. Il numero di velivoli trasformati in questo modo fu irrilevante, ma il sistema venne utilizzato fino a guerra avanzata. Più o meno contemporaneamente altri esemplari di Wellington modificati furono, al contrario, impiegati nella realizzazione di campi minati nei mari dell'Europa settentrionale.
Come detto, la prima versione espressamente destinata al Coastal Command fu la GR Mk VIII, il cui primo esemplare venne consegnato (al 172th Squadron di base a Chivenor, nelle vicinanze di Barnstaple) nell'aprile del 1942. Proprio uno di questi velivoli realizzò il primo attacco con l'impiego della Leigh light: la notte tra il 3 ed il 4 giugno 1942 venne preso di mira un sommergibile tedesco in emersione. Tuttavia per registrare il primo affondamento durante una missione di questo tipo si dovette attendere ancora un mese[2].
I dati relativi alle versioni sono tratti da "Enciclopedia l'Aviazione"[9] e "www.historyofwar.org"[10].
Altri progetti
Controllo di autorità | LCCN (EN) sh85146053 · GND (DE) 7680181-0 · J9U (EN, HE) 987007553637605171 (topic) |
---|
Portale Aviazione | Portale Guerra |